Heat – La sfida

(Heat)

Regia di Michael Mann

con Al Pacino (Vincent Hannah), Robert De Niro (Neil McCauley), Val Kilmer (Chris Shiherlis), Diane Venora (Justine), Ashley Judd (Charlene), Amy Brenneman (Eady), Mykelti Williamson (Drucker), Tom Sizemore (Michael Cheritto), Wes Studi (Casals), Danny Trejo (Trejo), Jon Voight (Nate), Ted Levine (Bosko), Kevin Gage (Waingro), William Fichtner (Van Zant), Dennis Haysbert (Donald Breedan), Natalie Portman (Lauren).

PAESE: USA 1995
GENERE: Poliziesco
DURATA: 172′

Los Angeles. Scontro senza esclusione di colpi tra un ladro “vecchio stampo” e un poliziotto arrogante ma giusto. Anche se tentano di lasciarle fuori, le loro vite private invadono il loro lavoro…

Al PacinoScritto dal regista, uno straordinario poliziesco d’autore che è anche uno dei migliori film di genere degli anni ’90, molto più vicino ai polar di Melville (soprattutto a Le deuxieme soufle, del 1966, del quale riprende anche l’inquadratura finale) piuttosto che ai prodotti americani coevi. Heat (che significa “calore”, ma anche “foga”, o “infiammare”, se inteso come verbo) è un robusto e scattante action movie in cui la vita privata dei protagonisti ha la stessa importanza dell’indagine poliziesca: ciò che fanno è strettamente collegato a ciò che sono, e raccontarli nelle loro abitudini e nella loro routine è l’unico modo per comprendere a fondo il loro modo di lavorare. Nel raccontare due micro comunità speculari (quella dei ladri e quella dei poliziotti) Mann non teme di sacrificare l’azione alle psicologie, e in una struttura corale fa emergere due individualità emblematiche: un buono antipatico e arrogante e un cattivo gentiluomo e simpatico accomunati dalla totale dedizione al loro lavoro (a scapito degli affetti), da un fiuto invidiabile, da un codice d’onore quasi cavalleresco che li fa sembrare due cow boy fuori tempo massimo, due anacronistici samurai che lottano in maniera disillusa per un mondo che non riconoscono più. Mann prova ammirazione per entrambi, ma dall’alto del suo cinema fortemente morale sa comunque per chi patteggiare. Chi lo ha definito un film misogino non si è accorto che sono proprio le figure femminili ad assumere una statura tragica che agli uomini manca. È un film notturno in cui la notte è uno stato d’animo più che un momento della giornata; è un poema metropolitano di raffinato lirismo che raggiunge inaspettati picchi poetici; è un film impregnato d’amore, con una relazione presentata con una struggente dolcezza (quella tra Neil e Eady); è un film d’azione e suspense basato su una regia scattante e ricercata che gli action movie di oggi (soprattutto americani)si sognano.

Robert De NiroÈ anche una gara di bravura tra due mostri sacri che per la prima volta condividono – anche se brevemente – la stessa inquadratura. È interessante notare come Mann giochi con gli opposti e col concetto di divismo: la prova di De Niro (doppiato da Ferruccio Amendola) è asciutta, sotto le righe, quella di Pacino (con la voce di Giancarlo Giannini) strabordante, perennemente sopra le righe. La parte in cui si confrontano in una tavola calda è uno dei pezzi più belli del cinema di Mann. Grazie alla fotografia di Dante Spinotti e alle musiche  d’ampio respiro di Elliot Goldenthal (con Brian Eno), il regista costruisce atmosfere suggestive che scuotono l’anima e lasciano il segno. E si conferma fra i pochi cineasti in attività in grado di coniugare spettacolarità hollywoodiana e spunti autoriali. Il personaggio di Nate, interpretato da Jon Voight, è basato sulla vita di Edward Bunker, famoso scrittore dal passato criminale, consulente del film e amico di Tarantino. Per rivedere De Niro e Pacino insieme nello stesso film, bisognerà attendere il deludente Sfida senza regole (2008). Il modo in cui Neil guarda Eady poco prima di andarsene è un favoloso pezzo di cinema d’altri tempi, così come il finale all’aeroporto. Troppo lungo? Forse. Ma nonostante le tre ore resta coinvolgente, emozionante, tesissimo fino alla fine. Imperdibile.

Voto

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2 risposte a Heat – La sfida

  1. Pingback: Disastro a Hollywood | Ne ho viste cose…

  2. giorgio scrive:

    Penso che anche Moby per il brano finale vada citato.Leggendo la descrizione del film ho notato una cosa per la prima volta :Ted Levine interpreta il ruolo sia del criminale che del poliziotto.

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