Lo straniero senza nome

(The High Plains Drifter)

Regia di Clint Eastwood.

con Clint Eastwood (Lo straniero), Verna Bloom (Sarah), Marianna Hill (Callie), Mitch Ryan (Drake) Jack Ging (Allen), Stefan Gierasch (Sindaco), Ted Hartley (Lewis), Billy Curtis (Mordecai), Walter Barnes (sceriffo).

PAESE: USA 1973
GENERE: Western
DURATA: 106′

Ambiguo pistolero arriva nel paesino di Lago e mette sotto gli abitanti, addestrandoli a lottare, facendoli lavorare per lui ed eleggendo a sceriffo un nano deforme. Dopo aver eliminato tre banditi che uccisero un uomo tempo prima (lui stesso? O forse il fratello?) sotto gli occhi dei codardi abitanti, sparisce nel nulla come era arrivato.

Opera seconda del pistolero per eccellenza, scritta da Ernest Tidyman partendo da un suo romanzo. Eastwood ha ancora in mente Leone e Siegel, ma chiarisce da subito di possedere uno stile registico proprio, fatto di sequenze realistiche alternate ad altre di forte impatto visivo che puntano verso l’onirico, l’incubo, “l’infernale”, e delineano quella fantasmaticità che diventerà tratto autoriale del cinema eastwoodiano e dei personaggi che lo popolano. Il regista mette in scena una violenza astratta ed essenziale, aiutato dalla geniale fotografia del solito Bruce Surtees che disegna una sorta di “western- fantastico” che però non disdegna una serie di riflessioni profonde che saranno alla base di molti film di Eastwood: c’è la denuncia alla codardia della massa, c’è la cronaca di una vendetta che disdegna parentesi eroiche o romantiche, c’è il voler ridare dignità a personaggi considerati perdenti per toglierla ai “vincenti”. Piano piano Eastwood inizia a delineare una lucida analisi su uno stato, l’America, nato su molteplici spargimenti di sangue che tenta di cancellare le proprie colpe nascondendole dietro il concetto di “civiltà”. Regia originale, cambi di registro riusciti e almeno tre sequenze (i due flashback, il duello finale) che non si dimenticano facilmente. Pur riprendendo il personaggio di un cowboy, Eastwood si allontana dai suoi archetipi e interpreta un uomo sgradevole, arrogante, ambiguo. Non tutto è nuovo e innovativo, e qualche volta perde sobrietà, ma il film ha ritmo e intrattiene, diverte, funziona.

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3 risposte a Lo straniero senza nome

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