Rec – La paura in diretta

([Rec])

Regia di Jaume Balaguerò, Paco Plaza

con Manuela Velasco (Angela Vidàl), Ferran Terraza (Manu), Jorge Serrano (Sergio), Pablo Rosso (Pablo), David Vert (Alex), Carlos Vicente (Guillem), Martha Carbonell (Signora Izquierdo), Vicente Gil (Poliziotto).

PAESE: Spagna 2007
GENERE: Horror
DURATA: 85′

Angela Vidàl, conduttrice del programma televisivo “Mentre voi dormite”, sta facendo un servizio su un gruppo di pompieri di Barcellona, impegnati nelle ore notturne. Ricevuta una strana chiamata, la compagnia si dirige verso un palazzo dove una donna sta dando di matto. Dopo un attacco della sventurata (che morde il viso di un poliziotto), giornalisti, pompieri e inquilini si ritrovano imprigionati nello stabile: all’esterno le autorità gli intimano di non uscire. È solo l’inizio di una notte da incubo.

L’horror iberico sta attraversando un periodo prosperoso, e questa sicuramente non è una grande scoperta. Ma questo Rec, girato dall’ormai affermato Jaume Balaguerò, rappresenta una piacevole sorpresa per vari motivi: girato con la camera a mano, si differenzia prepotentemente da emuli modaioli come Blair Witch Project e Cloverfield, in quanto qui non vediamo mai chi riprende (sappiamo che si chiama Pablo ma al massimo ne vediamo alcuni particolari), e questo contribuisce ad aumentare la nostra immedesimazione (tutti noi siamo Pablo), nonché la nostra paura; a differenza dei film citati, la telecamera SEMBRA muoversi a caso, mentre in realtà i suoi movimenti sono frutto di un dettagliato piano registico prestabilito; invece che puntare tutto su effetti truculenti, Balaguerò “flagella” l’animo degli spettatori giocando con la loro ancestrale paura del buio. Al di là di qualche sensazionalismo artificioso nel sottofinale, questo iperrealistico film che si svolge quasi in tempo reale rispetto alla visione (e quindi ci sembra “in diretta”), centra più volte il suo obbiettivo: spaventare, senza se e senza ma. La sapienza visionaria dei due registi costruisce 85 minuti di puro incubo, sfidando anche i più coraggiosi a non tapparsi gli occhi o a non saltare sulla poltrona del cinema. Quando decide di spiegare tutto perde qualche colpo a livello narrativo, ma non sul piano della paura: gli ultimi dieci minuti con la camera in infrarosso, sebbene si svolgano dopo la spiegazione, sono da antologia del terrore. Caso più unico che raro di attore che è anche cameraman e direttore della fotografia (perché i tre ruoli si sovrappongono).

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