La terra dei morti viventi

(Land of the Dead)

Regia di George A. Romero

con Simon Baker (Riley Dembo), Dennis Hopper (Kaufman), Asia Argento (Slack), John Leguizamo (Cholo), Robert Joy (Charlie), Pedro Miguel Arce (Pillsbury), Krista Bridges (Teahouse), Eugene Clark (Big Daddy), Alan Van Sprang (Brubaker).

PAESE: USA 2005
GENERE: Horror
DURATA: 93′

Da molti anni gli zombi hanno preso il controllo del pianeta. In un lembo di terra “sicura”, protetta da due fiumi e da un piccolo esercito, i ricchi vivono agiati in una torre inespugnabile mentre i poveri, per strada, lavorano per il loro benessere. Ma quando i morti viventi si coalizzano e alcuni “dipendenti” del Green iniziano a ribellarsi, anche gli abitanti della roccaforte si ritroveranno in pericolo…

Inatteso quarto capitolo della saga romeriana sugli zombi, a ben vent’anni di distanza da Il giorno degli zombi (che avrebbe dovuto essere il capitolo conclusivo). A 65 anni Romero è ancora potente e immaginifico come agli inizi. Il suo è uno dei più riusciti horror “politici” di tutti i tempi, una parabola sull’America violenta che centra il bersaglio e graffia parecchio. Ne Il giorno si raccontava l’America reaganiana, qui si passa a quella dei Bush, ma solo per dire che le cose, in questi vent’anni, non sono affatto migliorate: carrierismo, sopraffazione del ricco sul povero, razzismo, ingiustizie a gogò. E la più inquietante delle dittature, quella della paura: al popolo si da poco e niente, ma gli si fa credere di essere al sicuro. Ecco perchè La terra dei morti viventi è probabilmente uno dei più lucidi esempi di cinema che racconta l’America del dopo 11/9. Non solo: la rivoluzione, stavolta, arriva dagli zombi, massa uniformata e incapace di pensare che, tuttavia, si mostra superiore agli umani perchè comprende l’importanza del coalizzarsi e del non ammazzarsi a vicenda: uniti contro un nemico comune, guidati da un capopolo nero (e di mestiere benzinaio), vanno a prendersi il potere, lenti ma forti nel perseguire lo stesso scopo. Mai come questa volta i cattivi non sono loro, ma noi. Ottima galleria di personaggi (e di attori) tra i quali spicca il memorabile cattivo di Hopper, ispirato a Donald Rumsfield. Ironia macabra, dialoghi scattanti, sviluppi verosimili, personaggi credibili, andamento classico che tuttavia rinuncia a qualsiasi stereotipo del film d’inseguimento. Per la prima volta gli zombi sono personaggi e non comparse. Costato “soltanto” 18 milioni, ovvero più di tutti gli altri film di Romero messi insieme, è il finale perfetto per una saga horror decisamente unica. E infatti gli altri due film che verranno – Diary of the Dead (2007) e Survival of the Dead (2009) – sono variazioni sul tema, non seguiti veri e propri. Camei di Simon Pegg e Edgar Wright, rispettivamente attore e regista de L’alba dei morti dementi, nel ruolo degli zombi usati per le foto ricordo. Magnifico.

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Una risposta a La terra dei morti viventi

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