Una canzone per Bobby Long

(A love song for Bobby Long)

Regia di Shainee Gabel

con John Travolta (Bobby Long), Scarlett Johansson (Pursy), Gabriel Macht (Lawson Pine), Deborah Kara Unger (Georgianna), Dane Rhodes (Cecil), Brooke Mueller (Sandy), Sonny Shroyer (Earl), Clayne Crawford (Lee).

PAESE: USA 2004
GENERE: Commedia drammatica
DURATA: 119′

Morta la madre che l’abbandonò anni prima, la diciottenne Pursy scopre di aver da lei ereditato la sua casetta, nella periferia sperduta di New Orleans. Ma, per testamento, se vorrà vivere lì dovrà co- abitare con due amici della defunta genitrice: l’alcolizzato professore Bobby Long e il da lui plagiato giovane scrittore Lawson. Parecchi saranno i colpi di scena che dovrà affrontare.

Esordio alla regia (e alla sceneggiatura) della giovane Gabel, A love song for Bobby Long è una commedia drammatica scoppiettante e originale che mostra un Sud “dolente, disincantato, alla deriva, che (però) sprigiona un fascino sottile” (Morando Morandini). Attraverso il filtro della letteratura (specialmente quella di Dylan Thomas e Robert Lee Frost), suggerisce che la salvazione della anime perdute, in questo caso perdute dall’alcol e dal “male di vivere”,arriva da ogni tipo di arte, dalla musica alla letteratura, dalla pittura al cinema. È un elogio all’arte, intesa come “bagaglio” necessario ad ogni vita umana per essere considerata tale. Il disegno dei personaggi è ben curato, e la bella prova di un istrionico Travolta oscura solo in parte quella del bravissimo Macht, espressivamente simile a Heath Ledger, bravissimo nel delineare le sfumature di un personaggio non facile. Inoltre, dopo un avvio un po’ piatto, si fa notare la fotografia di Elliot Davis, poetica nell’accentuare i contrasti dell’ambientazione (che rimanda, nell’atmosfera, a quella del similare, anche tematicamente, Black Snake Moan). Musiche straordinarie, che mischiano Los Lobos, Trespasser William, Magic Slim e la sorprendente bella voce dello stesso John Travolta. Ingiustamente sottovalutato e biecamente passato inosservato nelle sale italiane.

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