(Godzilla vs Mechagodzilla – titolo originale giapponese: Gojira tai Mekagojira)
Regia di Jun Fukuda
con Kazuya Aoyama, Masaaki Daimon, Akihiko Hirata, Hiroshi Koizumi, Barbara Lynn, Hiromi Matsushita, Reiko Tajima.
PAESE: Giappone 1974
GENERE: Fantascienza
DURATA: 85′
Gruppo di eterogenei personaggi (tra cui due agenti dell’Interpol e alcuni studiosi) sono costretti a coalizzarsi per battere un gigantesco Godzilla meccanico – comandato da alieni dagli occhi a mandorla – che vuole distruggere gli umani per conquistarli. Ad aiutare il gruppetto, si aggiungono il vero Godzilla (inspiegabilmente buono) e un mitologico “Re cane” che si risveglia da un sonno secolare.
Vero maestro della saga godzilliana, Fukuda scrive e dirige l’ennesima variazione sul tema della bestia assassina. Al di là delle baggianate incomprensibili – da quando Godzilla è amico dei giapponesi? – e dei vistosi buchi in sceneggiatura, è un filmetto girato con pochissimi soldi e con attori allucina(n)ti che sprigiona un fascino perverso perché involontariamente ridicolo dall’inizio alla fine. Incredibile come la storia si muova in una assoluta disgregazione logica continuando nonostante tutto a prendersi sul serio: gli alieni identici ai buoni vestiti come gli ABBA, le pietose scene di lotta tra manichini, l’apice del trash raggiunto quando la discendente della famiglia reale intona un canto – con tanto di base dall’oscura provenienza – per risvegliare il cagnone che dovrebbe aiutare i buoni (e che invece viene malmenato dal robottone). Avere pochi soldi è un conto, sprecarli in idee ridicole è un altro: nessuno qui vuole attaccare i film girati con poco, anzi. Il punto è che qui si raschia davvero il fondo del fondo del barile. Nonostante tutto ciò è un B- movie scontato e fracassone che, inspiegabilmente, diverte spesso lo spettatore: resta da chiedersi se questo era ciò che Fukuda e i suoi (svogliati) produttori immaginavano per la pellicola.
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“godzilla” è una allegoria della catastrofe nucleare e ha sempre incarnato la paura dei giapponesi per le centrali atomiche ,in questi giorni tristenente note,e soprattutto per esorcizzare la’apocalisse nucleare ,peraltro subita (unico paese nella storia) durante la seconda guerra mondiale.non pensi che in questo caso il “mostro” sia rappresentato positivamente proprio per calmierare il terrore,per abituare la gente all’ idea che il nucleare è si un mostro,ma un mostro necessario per vivere e che per molti aspetti è “buono?o pensi che sia solo una sciocca trovata in linea con tutte le varie amenità che costituiscono questo discutibilissimo lungometraggio?
Credo di sì. O meglio, credo sia così ma che non sia una scelta programmata. Penso che in questo film Godzilla sia buono per motivi di copione, per poter garantire al super- cattivo un nemico all’altezza. Non penso però che il signor Fukuda avesse in mente questo concetto sul nucleare, piuttosto credo sia un’ottima chiave di lettura, ma valevole solo a posteriori. La definirei una metafora non voluta dal regista ma ovvia se analizzata antropologicamente!
Grazie Giorgio!