(Indiana Jones and the Temple of Doom)
Regia di Steven Spielberg
con Harrison Ford (Indiana Jones), Kate Capshaw (Willie Scott), Jonathan Ke Quan (Shorty), Amrish Puri (Mola Ram), Roshah Seth (Chattar Lal), Philip Stone (Philip Blumburtt), Roy Chiao (Lao Che), David Yip (Wu Han), Ric Young (Kao Kan), Chua Kah Joo (Chen).
PAESE: USA 1984
GENERE:Avventura
DURATA: 118′
1935. In fuga dalla Cina con una cantante di night club e un ragazzino orientale orfano, l’archeologo Indiana Jones accetta di aiutare gli abitanti di un villaggio su cui sembra gravare una terribile maledizione…
Tre anni dopo il grande successo del capostipite torna al cinema l’archeologo inventato da George Lucas. Sempre meno verosimile e sempre più vicino alla logica dei cartoon, è in realtà un prequel ambientato un anno prima dei fatti narrati ne I predatori dell’arca perduta. Rispetto a quest’ultimo è meno avventuroso e più orrorifico, più divertente ma anche molto, molto più cupo. Forse troppo: l’inaspettata, massiccia dose di violenza (gratuita?) lo rende l’unico della trilogia poco adatto ai più piccoli. Una scelta quanto meno discutibile, anche perché il primo capitolo era pensato soprattutto per loro. Ciò nonostante resta un film godibile nel suo essere pieno di scene “madri”, tutte realizzate da Spielberg con invidiabile maestria: l’introduzione nel night-club, la fuga in aereo, la cena col Maraja a base di serpenti e cervello di scimmia, la corsa nella miniera, il finale sul ponte tibetano. Non un brutto film, dunque, ma davvero troppo sbilanciato tra una prima parte divertente e adatta a tutti e una seconda parte – decisamente meno riuscita – un po’ troppo dark. Impagabili i primi 10′, spassionato omaggio al musical e alla comicità slapstick degli anni del muto. Suggestivo impianto scenografico a cura di Elliot Scott. Seguito da Indiana Jones e l’ultima crociata.
