Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

(Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull)

Regia di Steven Spielberg

con Harrison Ford (Indiana Jones), Karen Allen (Marion Ravenwood), Cate Blanchett (Irina Spalko), Shia LaBeouf (Mutt Williams), John Hurt (Abner Ravenwood), Ray Winstone (Mac), Jim Broadbent (Professore di Yale), Joel Stoffer (Agente Taylor).

PAESE: USA 2008
GENERE: Avventura
DURATA: 125′

1957, guerra fredda. Indiana Jones è contattato da un ragazzo che vuole ritrovare il leggendario teschio di cristallo di cui gli parlò un professore. I due partono per l’America del sud e, tra KGB, vecchie fiamme, formiche giganti e colpi di scena, si mettono alla ricerca del prezioso reperto.

19 anni dopo avergli dato un padre (interpretato nientemeno che da Sean Connery) in Indiana Jones e l’ultima crociata (1989), Spielberg e Lucas – con lo sceneggiatore David Koepp – danno all’archeologo più famoso del cinema un figlio, avuto dall’indimenticata Marion Ravenwood, eroina del primo, ormai lontano capitolo. Il canovaccio, coi nazisti sostituti da ferocissimi russi, è azzeccato, e i primi 20′ – Indie in fuga dall’area 51 e da un’esplosione atomica – non sono male, ma poi il film s’affloscia su una trama inutilmente complicata, piena di lungaggini e asfissiata dai troppi effetti speciali. Non solo: se si esclude il mirabolante inseguimento nella foresta amazzonica, è un film privo di scene madri, su cui invece si fondava la fortuna dei capitoli precedenti. Interessante notare come, divenuto il personaggio un’icona, Lucas e Spielberg abbandonino le citazioni “esterne” e si concentrino sulla farina del loro sacco: qui il modello filmico è proprio Indiana Jones, e quasi ogni scena è una riproposizione dei cliché tipici della saga (insetti e rettili giganti, sabbie mobili, doppiogiochisti, salvataggi all’ultimo minuto, trappole, e si vede pure l’arca perduta!). Come altri film di Spielberg, ha la fortuna di essere godibile e divertente nonostante sia riuscito a metà. Geniale l’inquadratura finale in cui viene fugato ogni dubbio su un possibile quinto capitolo. Ford e la Allen hanno ancora il carisma di un tempo, il giovane LaBeouf – divo di Transformers – invece non è un granché.

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