Mediterraneo

Regia di Gabriele Salvatores

con Diego Abatantuono (sergente Nicola Lorusso), Claudio Bigagli (tenente Raffaele Montini), Giuseppe Cederna (attendente Antonio Farina), Ugo Conti (addetto radio Luciano Colasanti), Gigio Alberti (Eliseo Strazzabosco), Claudio Bisio (Corrado Noventa), Antonio Catania (Carmelo La Rosa), Vana Barba (Vasilissa), Memo Dini (Libero Munaron), Vasco Mirandola (Felice Munaron), Luigi Montini (il pope).

PAESE: Italia 1991
GENERE: Commedia drammatica
DURATA: 105′

1941. Un plotone di soldati italiani viene spedito a presidiare un isoletta greca, ex colonia del regime. In attesa di nuovi ordini (che non arrivano), i militi fanno amicizia coi locali e , coccolati dalla natura e dalla semplicità della vita rurale, si scordano della guerra. Dopo tre anni si presenta l’occasione di tornare a casa, ma non tutti vogliono lasciare quel paradiso.

Vagamente ispirato al romanzo Sagapò (1953) di Renzo Biason, adattato dal fidato Enzo Monteleone, è il terzo ed ultimo capitolo della cosiddetta trilogia della fuga di Salvatores dopo Marrakech Express (1988) e Turnè (1990). Nonostante l’ambientazione “storica” è, come i due film precedenti, un manifesto sulla disillusione e l’amarezza di una generazione che sognava grandi cose per sè e per gli altri e si è invece ritrovata con un pugno di mosche, mentre le utopie restavano tali. Come sottolineano la citazione iniziale di Laborit e quella finale di Ramazzotti, l’unico modo per sopportare questo fallimento è fuggire lontano. Memorabile squadra di attori (mai così naturali e divertenti), regia efficace e una sceneggiatura ammirevole nel passare con grazia dal comico al poetico, dal war movie alla love story. I meravigliosi spazi dell’isola di Castelrosso (Megisti in greco) diventano, nelle mani di Salvatores, veri e propri luoghi dell’anima. Il finale ai giorni nostri può piacere o non piacere, ma è indubbio che rappresenti la chiosa perfetta del Salvatores-pensiero. Premio Oscar 1992 come miglior film straniero e 3 David di Donatello 1991 (film, montaggio, fonico di presa diretta). Fa sorridere, sapendo gli orientamenti politici di Salvatores, leggere il nome di Silvio Berlusconi nei credits, come produttore (ma va detto non era ancora entrato in politica). Un film adorabile.

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