I Simpson – Il film

(The Simspon Movie)

Regia di David Silverman

PAESE: USA 2007
GENERE: Animazione
DURATA: 87′

Scaricando un silos di escrementi del suo nuovo amico maiale nel lago di Springfield, lo svampito Homer provoca una catastrofe naturale che spinge il governo ad isolare la cittadina tramite una gigantesca cupola di vetro infrangibile. La famiglia Simpson riesce fortunosamente a fuggire, riparando in Alaska per timore di essere inseguita dai federali. Ma una volta scoperto che la città sta per essere rasa al suolo da un bieco politico destrorso, la famiglia si vede costretta a tornare per salvare i concittadini da una tragica fine.

Dopo ben diciotto stagioni televisive, più di quattrocento episodi, infiniti spin-off, merchandising e successo globali, una serie infinita di premi, i personaggi creati da Matt Groening nel 1986 sbarcano finalmente sul grande schermo, e lo fanno in modo trionfale. Si sono messi in undici a scrivere il copione – Groening compreso – e il risultato è uno dei film d’animazione più divertenti e dissacratori degli ultimi anni. Certo il grande schermo riequilibra lo spirito anarcoide del cartone animato per questioni di “vendita” – e infatti il finale che esalta la “famiglia” è un po’ pretestuoso rispetto alla serie – ma è innegabile che si tratti di una riduzione riuscita e non di un semplice episodio “lungo”. La trama pesca un po’ dappertutto, dalla fantascienza anni ’50 al comico demenziale, e si muove come quella degli episodi su tre binari: comico, in cui il divertimento è assicurato dai dialoghi e dallo slapstick, dalle trovate surreali e dalle caratterizzazioni; satirico, in cui Groening e compagni prendono di mira tutto il possibile, dalla politica alla religione, dalla televisione al cinema da blockbuster; “morale”, in cui nonostante i comportamenti degli sciroccati protagonisti gli si legge dentro ancora un po’ di umanità. Non vogliamo osare troppo, ma questi esseri giallognoli capitanati da uno sbevazzone che manda avanti una centrale nucleare hanno saputo secondo noi centrare i difetti dell’America (e del mondo intero, ormai americodipendente) con straordinaria ed intelligente ironia. Il film prosegue su questi aspetti, e va detto che gli sceneggiatori ce la mettono davvero tutto per mettere alla berlina gli abominevoli difetti della società USA: dai problemi legati all’inquinamento alla politica facilona (Schwarzeneggher è eletto alla Casa Bianca e sceglie a caso come agire), dalla religione (quando viene annunciata la fine del mondo i clienti del bar entrano in chiesa, i fedeli vanno nel bar, in una delle sequenza più cinicamente dissacranti della storia) al ruolo delle donne, incarnato dalle vispe simpsongirls Marge e Lisa (“sei una donna, puoi portare rancore tutta la vita”, dice la madre alla figlia).

Elencare tutte le battute riuscite o graffianti sarebbe, oltre che lunghissimo, alquanto inutile: basti dire che la pellicola è davvero una delle più divertenti degli ultimi anni. Osa meno che il cartone, ma è più abile e meno esplicita nel camuffare il politicamente scorretto dietro una rassicurante etichetta da film per famiglie. E che dire del viaggio in skate di Bart, completamente nudo per aver perso una scommessa col padre? È già storia. Il film non aggiunge dunque molto al cartone animato, anche se la forma cinematografica è meno banale di quanto sembri: al di là delle non quantificabili citazioni filmiche, letterarie, musicali, culturali, iconografiche, stupisce l’originale pensata di girarlo in formato panoramico, sempre utilizzato per i film con attori in carne ed ossa ma perennemente snobbato nel genere dell’animazione. Disegni perfetti e curatissimi, molti dei quali perfettamente integrati con suggestivi sfondi digitali. Stessi doppiatori della serie (Tonino Accolla, Liù Bosisio, Ilaria Stagni e Monica Ward) e camei del gruppo rock Green Day e dell’attore Tom Hanks, quest’ultimo in un siparietto poco comprensibile da noi. Chissà perché i Simpson continuano a mietere tutto questo successo (trionfo assoluto al botteghino anche per il film). Forse perché, come le fiabe, illustrano a grandi e piccini cosa NON si deve fare. O forse perché, in fin dei conti, la famiglia più nota e deprecabile d’America non è poi così diversa da tutti noi. Record assoluto di poster differenti distribuiti per un singolo film. Una leggenda dice che lungo il film appaiano TUTTI i personaggi hanno sfilato anche solo una volta durante le 18 serie.

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