Body Bags – Corpi Estranei

(Body Bags)

Regia di John Carpenter, Tobe Hooper

con John Carpenter (Medico Legale), Tom Arnold (Addetto all’obitorio), Tobe Hooper (Addetto all’obitorio); episodio The Gas Station: Robert Carradine (Bill), Alex Datcher (Anne), Molly Cheek (Divorziata), Wes Craven (Uomo dalla faccia pasticciata), Sam Raimi (Dead Bill), David Naughton (Pete), George “Buck” Flower (Straniero), Lucy Boryer (Peggy); episodio Hair: Stacy Keach (Richard Coberts), David Warner (Dottor Lock), Sheena Easton (Megan), Dan Bloom (Dennis); episodio Eye: Mark Hamill (Brent Matthews), Twiggy (Cathy Matthews), John Agar (Dottor Lang), Roger Corman (Dottor Bregman).

PAESE: USA 1993
GENERE: Horror
DURATA: 95′

Un medico legale palliduccio racconta da un obitorio tre storie di morte ambientate ai giorni nostri: in La stazione del rifornimento (The Gas Station) una giovane benzinaia che lavora di notte scopre che un serial killer si sta nascondendo nel suo distributore; in Hair (id.) un uomo di mezza età tenta di combattere la calvizie con un nuovo metodo speciale, ma scopre a sue spese che i suoi capelli prendono vita e tentano di ucciderlo; in Eye (id.) un giocatore di baseball perde un occhio in un incidente e accetta di sottoporsi ad un intervento di trapianto molto delicato: peccato che il nuovo occhio, appartenente un tempo ad un assassino,  inizi a procurargli terribili visioni che forse culmineranno in un attacco di follia.

Prodotto per la televisione dalla Showtime Networks e mandato in onda sull’ABC, Body Bags è un divertente b- movie dell’orrore che unisce goliardicamente diversi talenti e disparate influenze. Gli episodi migliori sono quelli di Carpenter (The gas station  e Hair): il primo è un’autocelebrazione, tematica e visuale, del suo stesso cinema (la donna come protagonista, la notte come incubo, l’indefinito come terrore), anche se qualche tocco decisamente splatter lo avvicina più che altro a quello di Wes Craven (che prontamente appare in un cameo); il secondo è invece un omaggio all’horror fantascientifico anni ’50, in cui gli alieni si celavano dietro la quotidianità ed erano il mezzo simbolico per sottolineare  le debolezze umane (in questo caso la sete di successo, la paura della morte, il consumismo imperante, la moda, i media). Il primo funziona perché fa paura, il secondo perché è carico d’ironia e vicino alla satira. Hooper dirige invece la cornice, intitolata L’obitorio – in cui un insolito Carpenter attore gigioneggia senza freni (è tutt’ora la sua unica prova attoriale ed è irresistibile) e l’atmosfera è quella di un fumetto horror di serie Z di una volta – e l’episodio Eye, che cita a piene mani ma non è troppo riuscito. In realtà l’episodio Hair doveva essere diretto da Larry Sulkis (qualcuno invece dice che l’ha proprio girato lui), ma per un litigio con gli altri registi non venne accreditato e l’ideazione fu in toto attribuita a Carpenter.

Che dire? Non è horror metafisico né tantomeno intellettuale, ma è innegabile che sia uno scherzo goliardico riuscito e, soprattutto, che Hooper e Carpenter si siano divertiti come matti a metterlo insieme. Lo dimostrano le infinite citazioni- omaggi- parodie e la presenza di mille colleghi illustri in piccoli ruoli (Wes Craven, Tom Arnold, Sam Raimi, il mitico Roger Corman, cui il film deve, se non tutto, molto).

Non è originalissimo, ma gli appassionati non possono farselo sfuggire.

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