La guerra lampo dei Fratelli Marx

(Duck Soup)

Regia di Leo McCarey

con Groucho Marx (Rufus T. Firefly), Chico Marx (Chicolini), Harpo Marx (Pinky), Zeppo Marx (Bob Roland), Margaret Dumont (Mrs. Teasdale), Raquel Torres (Vera Marcal), Louis Calhern (Ambasciatore Trentino), Edgar Kennedy (Venditore di limonate).

PAESE: USA 1933
GENERE: Comico
DURATA: 66′

Freedonia, staterello immaginario dell’Europa centrale, si ritrova a dover affrontare una grave crisi economica. La ricchissima signora Teasdale si offre di rimpinguare le casse dello stato a patto che come nuovo presidente venga eletto Rufus T. Firefly (Groucho), un suo uomo di fiducia (sic). Intanto, l’ambasciatore della vicina Sylvania gli mette alle calcagna due spie (Harpo e Chico). La guerra tra le due nazioni diverrà inevitabile.

Scritto da Harry Ruby, Arthur Sheekman, Bert Kalmar e Nat Perrin, uno dei più riusciti, divertenti, intelligenti sberleffi al potere mai concepiti dal cinema. Per irridere la guerra, figlia primogenita del potere, ogni battaglia è raccontata come se fosse una lite tra bambini dell’asilo. McCarey, primo e unico regista a lavorare coi Marx ad essere considerato già all’epoca una sorta di autore, compie un lavoro magistrale sui personaggi e sulla loro prorompente comicità, rendendoli protagonisti di continui assalti verso l’ordine precostituito: Groucho non rispetta mai i riti che imporrebbe il potere, Chico passa con nonchalance da uno schieramento all’altro, Harpo taglia e rompe tutto quello che trova (piume di cappelli, vestiti, cravatte) e sembra rimodulare ogni spazio in cui si ritrova plasmandolo sulle proprie azioni e sulla propria comicità. Una riscrittura degli ambienti che contraddistingue tutto il film, diverso dagli altri dei Marx perché è l’unico ad essere ambientato in un mondo inventato, che non esisterebbe senza di loro perché è su di loro, PER loro che è stato concepito. Ogni scena è costruita su di loro, ogni azione nasce da una loro decisione (spesso scellerata) o un loro gesto. Per questo è probabilmente il primo (e uno dei più riusciti) film satirico/grotteschi sulla guerra, una sorta di antenato de Il dottor Stranamore.

Scene memorabili: il prologo con Groucho che va contro il protocollo arrivando con la pertica da pompiere; gli screzi tra Harpo e il venditore di limonata; la scena dello specchio (forse la più nota, una delle più geniali dell’intero repertorio marxiano); il processo a Chicolini, con Firefly che dovrebbe accusarlo e invece lo difende; la battaglia finale, con Groucho che cambia continuamente abito (da David Crockett a Napoleone) e Harpo che fa saltare in aria il suo stesso avamposto; la gag, a fare da collante alle diverse scene, della moto che parte lasciando indietro il sidecar (e viceversa). Quinto ed ultimo film dei Marx con la Paramount, che a partire dal seguente Una notte all’opera firmeranno con Irving Thalberg e la MGM. È anche l’ultimo film di Zeppo, quarto dei fratelli che si ritirerà dalle scene per fare l’imprenditore (il quinto fratello, Gummo, si era già ritirato dopo la guerra). Nonostante la trama risulti difficilmente storicizzabile e l’intento fosse di irridere la guerra come concetto, in molti videro nel film una satira anticipatrice del nazismo e della seconda guerra mondiale. Il film fu l’unico fiasco commerciale dei Marx, e venne riscoperto (e rivalutato) soltanto negli anni sessanta. Un gioiellino.

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