Super 8

(Super 8)

Regia di J. J. Abrams

con Joel Courtney (Joe Lamb), Elle Fanning (Alice Dainard), Kyle Chandler (Jackson Lamb), Noah Emmerich (Generale Nelec), Riley Griffiths (Charles), Gabriel Basso (Martin), Ryan Lee (Cary), Zach Mills (Preston), Ron Eldard (Louis Dainard), Brett Rice (Sceriffo Pruitt), David Gallagher (Donny), Josh McFarland (Tom Ashton), Amanda Michalka (Jen Kaznyk).

PAESE: USA 2011
GENERE: Fantascienza
DURATA: 112′

Nell’estate del 1979, in una sonnacchiosa cittadina dell’Ohio, quattro ragazzini stanno girando un film dell’orrore con una cinepresa super 8. Testimoni di uno strano incidente ferroviario, i membri del gruppetto iniziano ad indagare sull’accaduto, ma ben presto si accorgono di aver a che fare con un terribile mistero che militari cattivi tentano di occultare.

Prima o poi dovevano incontrarsi. I punti di contatto tra l’autore di Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. e il pluripremiato inventore di Lost sono parecchi: il fascino per il mistero, un grande senso dello spettacolo e la passione per scenari apocalittici e fantascientifici. Il film, secondo i credits, lo ha scritto interamente Abrams, ma sostenere che il produttore Steven Spielberg non ci abbia messo lo zampino pare quantomeno azzardato. E così ci ritroviamo nuovamente dinnanzi ad un ennesimo atto d’amore verso il cinema; ritroviamo una creatura aliena non rispettata che gli umani – specialmente l’esercito – vogliono studiare in laboratorio; ritroviamo un punto di vista “infantile”, in cui gli adulti o fanno da tappezzeria o sono d’intralcio (qualcuno si ricorda I Goonies?); e, soprattutto, ritroviamo un gusto per lo spettacolo che si prefigge la meraviglia come termine ultimo del proprio esistere. Abrams accumula citazioni più che esplicite – le biciclette e i militari di E.T., l’astronave di Incontri ravvicinati, nonché almeno una scena di quest’ultimo praticamente “rigirata” – e il gioco, come insegna il maestro Steven, regge bene e piace a grandi e piccini.

La prima ora è lodevole: c’è un’ottima suspense, un buon ritmo, personaggi intriganti che attirano lo spettatore e un mistero da risolvere che tiene col fiato sospeso. Peccato che, con Abrams, la “favolosa” (favolistica?) semplicità di Spielberg si tramuti troppo presto in “banalità”: gli ultimi quaranta minuti sono convenzionali e troppo, troppo scontati, senza contare che l’intreccio raggiunge picchi di inverosimiglianza assoluta (con dialoghi imbarazzanti). Certo, anche in Indiana Jones la sceneggiatura rivelava buchi vistosi, ma questo non andava sa scapito della coerenza del racconto. E, comunque, quando uscirono i primi prodotti Lucas- Spielberg, nessuno aveva ancora visto qualcosa di simile: Abrams tenta di ricreare quell’atmosfera ormai perduta, e bisogna dargli atto che inizialmente gli riesce bene. L’ambientazione è ok, il film nel film divertente ed originale, i personaggi simpatici. Poi però si ricorda di essere J. J. Abrams – e non Steven Spielberg – e inizia ad autoimitarsi prendendo in prestito a piene mani dai suoi Cloverfield (il design della creatura) e Lost (le riprese in cui la creatura insidia gli umani). Il risultato non è certo negativo, ma è innegabile che per apprezzare in pieno un film come questo non bisogna aver ancora compiuto quindici anni. Una colpa? Forse sì, forse no; di certo lo spettatore medio seguirà la storia con nostalgici deja- vu, che andrebbero anche bene se non terminassero in un mare di mediocre banalità. Peccato, perché ci sarebbe davvero nuovamente bisogno di un E.T. o di un Indiana Jones, storie in cui l’intrattenimento viene prima della verosimiglianza della storia ma che celano un amore cinematografico incondizionato e una spettacolare originalità di forme.

Resta poco di tutto questo in Super 8, anche se è imperdibile il cortometraggio dei ragazzi che appare durante i titoli di coda (altra citazione: la società che crea gli zombie si chiama Romero). Qualcuno ha citato Carpenter e Joe Dante come fonti di ispirazione: un po’ azzardato, specialmente se si pensa che i due citati non hanno mai smesso di essere “artigiani” alla Méliès (come fu anche Spielberg). Qui di artigianale c’è ben poco, e la logica dell’effetto speciale sfrenato sembra aver ormai contagiato anche il vecchio Steven: forse perché a produrre le immagini modificate è l’Industrial Light and Magic sua e di George Lucas. In camera del piccolo regista Charles si vedono i poster di Halloween di Carpenter, Zombi di Romero e Guerre Stellari: più citazionisti di così si muore.

Portateci i ragazzi e, se vi riesce, divertitevi con loro.

Questa voce è stata pubblicata in 2000 - oggi, Genere Fantascienza e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

3 risposte a Super 8

  1. Ancora una volta dal trailer non avrei mai capito che tipo film fosse…grazie dunque della tua recensione! 🙂

  2. Pingback: Attack the block | Ne ho viste cose…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *