Scott Pilgrim vs. the World

(Scott Pilgrim vs. the world)

Regia di Edgar Wright

con Michael Cera (Scott Pilgrim), Mary Elizabeth Winstead (Ramona Flowers), Kieran Culkin (Wallace Wells), Alison Pill (Kim Pine), Mark Webber (Stephen Stills), Chris Evans (Lucas Lee), Anna Kendrick (Stacey Pilgrim), Johnny Simmons (giovane Neil), Brandon Routh (Todd Ingram), Ellen Wong (Knives Chau), Satya Bhabha (Matthew Patel), Mae Whitman (Roxy Richter), Jason Schwartzman (Gideon Graves).

PAESE: Canada, USA 2010
GENERE: Fantastico
DURATA: 112′

A Toronto Scott Pilgrim, ventiduenne bassista del gruppo casalingo Sex Bob Omb, si innamora ricambiato della viola di capelli Ramona Flowers. Quando tutto sembra andare per il meglio, Scott scopre che per poter avere una relazione tranquilla deve prima affrontare i malvagissimi 7 ex fidanzati di lei…

Basato sul fumetto Scott Pilgrim di Brian Lee O’Malley, il film è la terza regia del talentuoso Edgar Wright, già fattosi notare con L’alba dei morti dementi e Hot Fuzz. Si è spesso constatato come molti film abbiano fatto propria l’ottica del videogioco (a livello di montaggio, di temi, di messa in scena, di banalità delle storie). Wright fa qualcosa di diverso e, finora, unico: colloca il suo personaggio in un universo filmico “altro” rispetto al nostro che non poggia più sulla realtà che conosciamo, bensì su un mondo che possiede leggi fisiche, spaziali e temporali tipiche di un videogame. E così via con ellissi vertiginose (temporali e spaziali), un montaggio “associativo” che riprende nella stessa sequenza anche tre luoghi diversi (in cui il discorso è uno ma i posti in cui si svolge differenti), sovraimpressioni che indicano le “vite” dei personaggi e il “livello” in cui si trovano, splitscreen, effetti fumettosi che enfatizzano rumori e movimenti. E ill tutto invita ad una riflessione implicita ma certamente profonda: il videogame piace a tutti perché è stretto parente del sogno. Un esperimento anomalo che appare riuscito, almeno fino ad un’ora di film: poi, purtroppo, l’azione prende il sopravvento e si dimostra più convenzionale di quanto sembri, la storia prende una piega scontata (anche se l’uso della seconda vita è da antologia) e si scontra con un finale irrimediabilmente lieto che non ci si aspettava e pare poco in linea col carattere anarcoide del resto.

L’amore di Wright per i vecchi giochi a 8 bit si vede, ma è difficile capire dove finisce la nostalgia e dove inizia il virtuosismo programmato fine a sé stesso. La regia, comunque, è originale e fresca – anche se qualche volta risulta un pò frastornante – e asseconda alla perfezione i tempi comici dei personaggi che sono la forza del film. La bravura degli interpreti (come Cera o Culkin Jr, quest’ultimo irresistibile nella parte del coinquilino omosessuale di Scott) e i brillanti dialoghi (scritti dal regista con Michael Bacall) ne fanno un film che, paradossalmente, funziona meglio quando imbastisce la commedia piuttosto che l’azione. Un umorismo squisitamente grottesco surreale condisce il piatto e strappa grasse risate, anche se a volte sbraca un pò troppo nel demenziale. Fotografia psichedelica di Bill Pope, camei per Thomas Jane e Clifton Collins Jr. in una delle scene – quella sui vegani – più divertenti e politicamente scorrette del film. Non va preso per ciò che non è – un capolavoro – ma è assolutamente un film da vedere, godibilissimo e insindacabilmente originale.

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