Le tombe dei resuscitati ciechi

(La noche del terror ciego)

Regia di Amando De Ossorio

con César Burner (Roger Whelan), María Elena Arpón (Virginia White), José Thelman (Pedro Candal), Lone Fleming (Betty Turner), Rufino Inglés (Ispettore Oliveira), Verónica Llimera (Nina), Simón Arriaga (guardiano dell’obitorio), Francisco Sanz (Professor Candal), Juan Cortés (coroner).

PAESE: Spagna, Portogallo 1971
GENERE: Horror
DURATA: 101′

Disinibita giovinetta in lite con amica e fidanzato fugge da un treno in corsa e si avventura in un paesino abbandonato d’aperta campagna. L’aspettano gli spettri di alcuni cavalieri templari in vena di sacrifici umani.

Primo su quattro della – più o meno – nota serie dei resuscitati ciechi ideata dallo spagnolo De Ossorio, re del basso budget mal utilizzato. Non parte male: l’introduzione e l’arrivo al paesino desolato funzionano abbastanza. Presto però ci si accorge che l’approssimatezza regna sovrana, il che strappa numerose e vorticose risate. Plagiando a destra e a manca (Romero è quello a farne maggiormente le spese) il film trascina ogni genere di trovata imbarazzante (se i mostri sono lenti, perché nessuno corre per sfuggirgli?) fino ad un finale pensato male e girato peggio. Molti critici lo amano perché è “cult” – ma a quanto pare ormai qualunque ciofeca lo è – mentre i fan sono arrivati a giudicarlo il miglior film horror spagnolo di tutti i tempi. De gustibus: certo non fa nessuna paura, e qualcuno dovrebbe spiegare a De Ossorio che non basta un ralenti per creare un clima fantastico. Penosa la parentesi comica nell’obitorio: fa davvero accapponare la pelle! Musiche urticanti di Antón García Abril. Alcune versioni del film propongono nomi posticci “inglesizzati” di attori e regista: La Arpón diventa Helen Harp, la Fleming prende il nome Brigitte e De Ossorio si fa chiamare Joseph Arvest. È comunque il migliore della serie, il che è tutto un programma. Perdibile anche per i cultori del trash.

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3 risposte a Le tombe dei resuscitati ciechi

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  3. MonsieurVerdoux scrive:

    Questo cinema di serie Z mi entusiasma sempre, grazie della segnalazione e complimenti per il blog (sono nuovo di wordpress, uno degli esuli di splinder).

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