Attack the block

(Attack the block)

Regia di Joe Cornish

con Jodie Whittaker (Sam), John Boyega (Moses), Alex Esmail (Pest), Nick Frost (Ron), Luke Treadaway (Brewis), Paige Meade (Dimples), Leeon Jones (Jerome), Franz Drameh (Dennis), Jumayn Hunter (Hi-Hatz), Danielle Vitalis (Tia), Simon Howard (Biggz), Lee Long (Patrick), Selom Awadzi (Tonk).

PAESE: 2011
GENERE: Fantascienza
DURATA: 88′

Nella periferia disagiata di Londra cinque ragazzini sbandati uccidono a colpi di bastone un alieno precipitato. Quando altri extraterrestri giungono sulla Terra per vendicarlo, alla banda non resta che barricarsi nel “blocco”, palazzone popolare in cui tutti abitano.

Prodotto dalla Big Talk Production – responsabile di Shaun of the dead, Hot Fuzz e Scott Pilgrim vs. the world – e girato dall’esordiente Cornish, comico e sceneggiatore inglese, è un horror fantascientifico di serie B (evidente il basso budget) con molti difetti e qualche pregio. Al passivo ha certamente personaggi un po’ stereotipati, alcune inverosimiglianze nell’intreccio e qualche banalità a livello registico; all’attivo una buona suspense che sa sfruttare l’ambiente del palazzo (e qui si sprecano gli omaggi/ plagi, dai vari film di Romero e Carpenter fino al miglior Spielberg) e la simpatia dell’operazione. L’originalità dell’idea è indiscutibile: i ragazzotti prendono l’invasione aliena per un affronto subito da una gang rivale che invade il loro territorio. Gli aspetti psicologici sono sbrigati troppo velocemente (la scena nell’appartamento di Moses), il finale è un po’ floscio e, ad alcuni passi effettivamente molto riusciti, se ne alternano altri un po’ troppo meccanici (i due bambini armati di Liquidator). Ma, in fin dei conti, che importa? Il film è divertente, godibile, rivela parecchie sorprese. E le fughe dagli alieni in bicicletta e motorino sono da antologia. Forse è un po’ pretestuoso, ma il paragone col fracassone Super 8 spielberghiano scatta in automatico: questo Attack the block è migliore perché sa non prendersi troppo sul serio (a scapito di sbracare a volte nel demenziale) e non punta ad ambizioni poetiche da due soldi. Un b- movie fracassone e simpatico da prendere come viene, ma godibilissimo; con un’ottima ambientazione esaltata dalla fotografia digitale di Tom Townend. In Italia, purtroppo, non è arrivato. Nick Frost, leader indiscusso di Shaun of the Dead e Hot Fuzz appare, come al solito, nella parte di un fattone.

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