Batman & Robin

(Batman & Robin)

Regia di Joel Schumacher

con George Clooney (Batman /Bruce Wayne), Chris O’Donnell (Robin /Dick Grayson), Arnold Schwarzenegger (Mr. Freeze/ Victor Fries), Uma Thurman (Poison Ivy/ Pamela Isley), Alicia Silverstone (Batgirl/ Barbara Wilson), Michael Gough (Alfred Pennyworth), Pat Hingle (Commissario James Gordon), Jeep Swenson (Flagello), Elle Macpherson (Julie Madison), Vivica A. Fox (Ms B. Haven), Elizabeth Sanders (Gossip Gerty), John Glover (Dott. Jason Woodrue), Nicky Katt (Spike), Coolio (Banker).

PAESE: USA 1997
GENERE: Fantastico
DURATA: 130′

Questa volta il paladino di Gotham City deve vedersela col vendicativo Dottor Fries, che dopo la morte dell’amata si trasforma nel perfido Mister Freeze. Non solo: Robin ha le turbe adolescenziali, la dottoressa Isley diventa Poison Ivy e la nipote del maggiordomo Alfred vuole diventare Batgirl…

Dopo il rinascimento dell’uomo pipistrello operato da Tim Burton nel 1989 e nel 1992, il testimone passa al pubblicitario Schumacher che gira Batman Forever e questo Batman & Robin, forse il peggiore della serie: se nel penultimo, già mediocre, si salvavano qualche scena e i cattivi (L’Enigmista di Jim Carrey e il Due Facce di Tommy Lee Jones), in questo quarto capitolo tutto è silenzio. Clooney è il Batman meno dignitoso della storia, e a nulla gli serve strabuzzare l’occhiolino per accattivarsi il pubblico televisivo femminile; la sceneggiatura (di Akiva Goldsman) raggiunge picchi inaspettati di stupidità e non avvince praticamente mai; la computer grafica, il montaggio sincopato e una valanga di effetti speciali rendono l’eroe più introverso della storia dei fumetti un pagliaccio carrolliano che sembra muoversi per un paese delle meraviglie Kitch e nauseante. “Dark”, “gotico”, “oscurità”, sono parole che Schumacher o non ha mai sentito, o evita con ardore: il risultato è una monumentale boiata che, non solo non rende giustizia la personaggio creato da Bob Kane nel 1939, bensì si mostra anche a livello filmico qualcosa di dimenticabile.

Sembra che regista, sceneggiatore e produttori abbiano contratto una sindrome convulsiva che li spinge a esagerare tutto il possibile, il che li porta a buttare troppa carne al fuoco (troppi nemici, troppi personaggi) e a mescolare ogni sorta di genere cinematografico in un pasticcio francamente indigesto. Le escursioni nella commedia sono tristanzuole (Robin, estasiato dalla bellezza di Poison Ivy, chiede a Batman la carta di credito per darle dei soldi), le immagini sono presentate con colori psichedelici fuori luogo – come se l’azione si svolgesse in una discoteca di Rimini -, e nonostante lo spirito di fondo sia quello di un fumetto vero e proprio, questo Batman è quanto di più lontano si sia mai visto in merito al cavaliere oscuro. Fastidioso per il suo gigantismo scenografico, demotivante per l’uso forsennato che fa delle immagini, urticante a livello uditivo per come tratta i suoni. E noioso, troppo lungo. L’età mentale per apprezzarlo si aggira intorno ai 7- 8 anni. Scarso successo di pubblico. Schumacher si scusò coi fan: nemmeno i più sfegatati trovarono nel film qualcosa di buono.

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