Resident Evil

(Resident Evil)

Regia di Paul W. S. Anderson

con Milla Jovovich (Alice), Michelle Rodriguez (Rain Ocampo), Eric Mabius (Matt Addison), James Purefoy (Spence Parks), Martin Crewes (Chad Kaplan), Colin Salmon (One), Ryan McCluskey (Mister Grey), Heike Makatsch (Dottoressa Lisa Addison), Michaela Dicker (Red Queen).

PAESE: 2002
GENERE: Horror
DURATA: 100′

La Umbrella Corporation, multinazionale farmaceutica che di nascosto fa esperimenti genetici e batteriologici, viene sabotata da un uomo misterioso che, rompendo un flacone di virus, contagia l’intera cittadina di Racoon City. Il virus fa resuscitare i morti, e li rende famelici ed aggressivi. La ex agente di sorveglianza Alice, che ha perso la memoria, è presa in custodia da un gruppo di soldati incaricati di fermare l’epidemia, ma niente è come sembra e tra loro sembra esserci un traditore…

Primo capitolo della serie tratta dall’omonimo  videogioco “survival horror” della Capcom. Scritto, prodotto e girato dal regista di Mortal Kombat (1995), è un turpe action movie di fantascienza horrorifica che vorrebbe essere anche un film d’autore. Qualche sequenza funziona, è ben congegnata e sceglie vie originali nella messa in scena, ma il resto è più che altro silenzio. Tutto è già visto, altrove e meglio: del resto, se un game ispirato ad una serie di film (la saga degli zombi di Romero) diventa a sua volta un film, è ovvio che ci saranno dei deja-vu. Anderson parla di citazionismo, ma più che altro le parentele con altri film (Aliens, Matrix, Il cubo, 2001: odissea nello spazio, Fantasmi da Marte) sembrano il sintomo di una mancanza di idee. Il film è girato con ritmi, tempi e immagini da videogioco, senza il minimo estro visionario, il che fa apparire tutto patinato, manieristico e piuttosto rozzo. Le poche cose buone si dimenticano velocemente, abbattute dai colpi di scena telefonati, dalle vistose inverosimiglianze dell’intreccio, da un’estetica in bilico tra il videoclip e il videogioco (ogni scena di lotta è accompagnata da un martellante metal tamarro). Gli va dato atto che evita inutili truculenze, ma non c’è paura, non c’è angoscia, non ‘è – checche ne dicano i critici – un minimo d’ironia. È un film già “vecchio”, qualche volta noioso, basato su una regia che vorrebbe essere originale ma è insulsa e manieristica. Horror e fantascienza sono amalgamati maluccio, quasi tagliati con l’accetta: come i personaggi, del resto, bidimensionali come fumetti. Attori imbalsamati, a parte una Jovovich in gran forma. Chi grida all’autorialità di Anderson, dovrebbe proprio spiegarci dove la vede. Il finale richiama l’immancabile seguito.

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4 risposte a Resident Evil

  1. larosaviola scrive:

    molto meglio il videogioco!

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