(K-PAX)
Regia di Iain Softley
con Jeff Bridges (Dottor Mark Powell), Kevin Spacey (Prot), Mary McCormack (Rachel Powell), Alfre Woodard (Dottoressa Claudia Villars), Celia Weston (Doris Archer), David Patrick Kelly (Howie), Saul Williams (Ernie), Peter Gerety (Sal), Ajay Naidu (Dottor Chakraborty), Tracy Vilar (Maria), Melanee Murray (Bess), John Toles-Bey (Russell).
PAESE: Germania, USA 2001
GENERE: Drammatico
DURATA: 125′
Arrestato perché privo di documenti, Prot sostiene di arrivare dal pianeta K-Pax, costellazione della Lira. Lo internano in manicomio, dove il professor Powell tenta di studiare il suo caso con le armi offerte dalla medicina. Ma, ad un certo punto, anche l’uomo di scienza sembra dubitare delle proprie convinzioni…
Tratto dal romanzo omonimo di Gene Brewer, scritto da Charles Leavitt e diretto da un buon mestierante, è, al di là di qualche carenza narrativa e qualche banalità in sede di sceneggiatura, una commedia dolce e malinconica che parla principalmente di un’amicizia, quella tra due uomini diversissimi che hanno in comune una certa purezza di fondo. Non c’è nulla di veramente nuovo, ma la regia di Softley è suggestiva per come usa la luce anche a livello simbolico e per come resta volutamente ambigua riguardo all’identità di Prot. È una specie di commedia gialla in cui la suspense arriva solo negli ultimi venti minuti, ma non per questo risulta meno affascinante. Bei dialoghi, più di una volta divertenti con ironica intelligenza. Si regge soprattutto sulle magistrali prove attoriali di Bridges e Spacey, entrambi volutamente sotto le righe ma eccelsi nel tratteggiare con tenerezza e realismo i loro personaggi. Bella fotografia di John Mathieson, impostata su un caleidoscopio di colori zen, e belle musiche di Ed Shearmur. Ingiusto il fiasco al botteghino: è un bel film, dotato di una sincera sensibilità che lo eleva dalla media hollywoodiana.
