Indovina chi viene a cena

(Guess Who’s Coming to Dinner)

Regia di Stanley Kramer

con Spencer Tracy (Matt Drayton), Katharine Hepburn (Christina Drayton), Sidney Poitier (John Prentice), Katharine Houghton (Joanna Drayton), Beah Richards (Mrs. Mary Prentice), Roy E. Glenn (Mr. John Prentice), Cecil Kellaway (Monsignor Mike Ryan), Isabel Sanford (Matilde “Tilly” Binks), Virginia Christine (Hilary St. George).

PAESE: USA 1967
GENERE: Commedia
DURATA: 108′

Coppia agiata ma progressista di San Francisco entra in crisi quando la figlia annuncia le imminenti nozze con un dottore nero. L’arrivo dei di lui genitori complica le cose, ma alla fine sarà proprio il padre della ragazza ad ammorbidirsi.

Il nono film di Kramer, scritto dallo sceneggiatore liberal William Rose, è una commedia sofisticata con messaggio antirazzista che, ancora oggi, viene considerata uno dei classici più classici usciti da Hollywood. Ambientato per intero nell’appartamento dei Drayton – il che garantisce il rispetto quasi totale delle tre unità aristoteliche, tempo, luogo e azione – il film diverte e avvince col suo umorismo frizzante, la sua spigliatezza e il suo smalto. Eccessivamente sopravvalutato (due Oscar, Hepburn e sceneggiatura), convince poco per quanto riguarda il tema per cui ancora oggi viene idolatrato. Come ne La calda notte dell’ispettore Tibbs – con cui condivide la presenza di Poitier – gli aspetti anti razzisti sono troppo ruffiani, ma in questo caso appaiono anche fintamente controcorrente: la presa di coscienza sull’uguaglianza arriva comunque dai bianchi, i più testardi sono proprio i neri (padre e figlio) e la sparata finale di Matt Drayton è decisamente ipocrita (“se vi amate state pure insieme, ma in molti troveranno motivi per darvi contro, e come biasimarli?). Vale più che altro per l’abile regia di Kramer, che segue i personaggi nei “labirinti” dell’appartamento, e per le interpretazioni straordinarie dei due attori protagonisti, compagni anche nella vita (e, in effetti, la sequenza finale in cui si l’uomo parla della donna, che si commuove, è di un realismo “sentimentale” impressionante). Tracy, in una delle sue performance più malinconiche e divertenti, completò il film nonostante fosse gravemente malato di diabete: morì d’infarto appena dodici giorni dopo la fine delle riprese, e la Hepburn raccontò più tardi che non riuscì mai a guardare il film per intero. Curiosità: gli occhiali indossati da Tracy sono senza lenti, in quanto queste, nelle inquadrature in primo piano del finale, avrebbero provocato riflessi in antitesi con la macchina da presa. Al di là del messaggio troppo debole, poco resistente all’usura del tempo, le intenzioni restano comunque onorevoli, e al tempo della sua uscita ci furono dei bigotti che lo trovarono offensivo. Per la sua epoca, fu un film coraggioso. La Houghton, che interpreta la figlia della Hepburn, era in realtà sua nipote.

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