Paul

(Paul)

Regia di Greg Mottola

con Simon Pegg (Graeme Willy), Nick Frost (Clive Gollings), Kristen Wiig (Ruth Buggs), Jason Bateman (Agente special James Zoil), Bill Hader (Agente Haggard), Joe Lo Truglio (O’Reilly), Jane Lynch (Pat Stevenson), Sigourney Weaver (“The Big Guy”), Blythe Danner (Tara Walton), John Carroll Lynch (Moses Buggs), David Koechner (Gus), Jesse Plemons (Jake), Jeffrey Tambor (Adam Shadowchild).

PAESE: USA, Gran Bretagna 2011
GENERE: Fantascienza, commedia
DURATA: 99’

Due nerd inglesi, appassionati di film, Ufo e fumetti, giungono in America e decidono di attraversarla in camper, soffermandosi sui siti in cui avvennero presunti incontri ravvicinati. Giunti nei pressi dell’Area 51, sono costretti a dare un passaggio ad un buffo e rozzo alieno che deve tornare a casa…

Scritto dalla coppia Pegg/ Frost, fattasi notare per le interpretazioni di L’alba dei morti dementi e Hot Fuzz, il film di Mottola si basa essenzialmente sulla loro irresistibile verve, mix di humor britannico e comicità surreale. La struttura della storia è quella di Blues Brothers (c’è sempre più gente che insegue i protagonisti), prontamente citato, ma il viaggio dell’alieno Paul è esplicitamente ispirato a quello di Jeff Bridges in Starman di John Carpenter. Il film inanella senza tregua citazioni intelligenti e omaggi riverenti alle saghe di Zemeckis, Spielberg, Lucas, e ci vorrebbe un libro per elencarli tutti: Guerre stellari (citato nei dialoghi e nei gadget), Incontri ravvicinati (Paul deve raggiungere la Devil’s Tower), Indiana Jones (la sala governativa dei “misteri”), E.T. (il saluto di Paul e la sua astronave), Ritorno al futuro (la battuta finale dell’alieno), Alien (per la presenza della Weaver), addirittura la serie X-Files (scritta, ovviamente, da Paul). Un film simpaticamente nerd, in quanto i protagonisti, come gli spettatori, si accorgono delle citazioni stesse e si esaltano come non mai; anzi, un film per nerd cinefili, capaci di cogliere tutti i rimandi e di goderne senza pietà. Con un alieno simpatico e intelligentissimo creato in computer grafica (tecnicamente ineccepibile) che balla, sproloquia, beve e si fa le canne. Peccato che l’accumulo dopo un po’ stanchi, e che il finale – intinto in una melassa di hollywoodiani buoni sentimenti – si faccia notare più che altro per la banalità, in contrasto col politicamente scorretto del resto del film. Che, comunque, non si risparmia quando, da un punto di vista rigorosamente british, sfotte i fondamentalisti cattolici che catechizzano ancora il creazionismo o i fanatici redneck (poliziotti e non) che amano erotizzarsi con le loro pistole: risultati esilaranti. Rimane un’incognita la voce di Paul, prestata da Elio di Elio e le storie tese (nell’originale dal comico Seth Rogen): da un lato fa ridacchiare nella sua iperbolica volgarità e nei suoi modi di fare spicci, dall’altro dà al film un tono “italianeggiante” che poco c’entra con la bella ambientazione “americana” del film. Che, comunque, è un dignitoso prodotto al di sopra della media. Da vedere sghignazzando, senza curarsi troppo di qualche (evidente) difetto. Un plauso alle belle musiche di David Arnold, alla fotografia di Lawrence Sher e ai tempi comici di Simon Pegg e Nick Frost.

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