Il missionario

(Le Missionnaire)

Regia di Roger Delattre

con Jean-Marie Bigard (Mario), David Strajmayster (Patrick), Thiam Aïssatou (Nadine), Sidney Wernicke (padre Philibert), Philippe Faure (il vescovo), Benjamin Feitelson (Roger), Jean-Gilles Barbier (André), Alaa Oumouzoune (Abdel), Lucie Lucas (Sarah), Arthur Chazal (Lucien).

PAESE: Francia 2009
GENERE: Commedia
DURATA: 90’

Uscito dal carcere dopo sette anni, il manesco Mario viene minacciato dagli ex complici che pretendono di sapere dov’è nascosto il bottino della rapina per cui soltanto lui è finito dentro. Mario chiede aiuto al fratello prete Patrick, che lo veste in abito talare e lo nasconde in un paesino sulle montagne.

Esordio di un regista francese, sponsorizzato da Luc Besson, Il missionario è una divertente commedia d’oltralpe scritta – oltre che ben recitata – dall’umorista Bigard, molto conosciuto in patria per performance teatrali e show televisivi. Il film si regge essenzialmente sulle spalle di quest’ultimo, che ricorda un po’ De Niro, un po’ Lino Ventura e un po’ Jean Gabin, capace con la sua rude ironia e col suo faccione grezzo di strappare ben più di qualche risata; ma va detto che il merito è anche di Delattre, capace di esaltare, attraverso una buona regia, gli ottimi tempi comici del protagonista. La sceneggiatura è banale nell’intreccio (inevitabile il lieto fine) ma ricca di battute e sequenze esilaranti, e un po’ di sano anticlericalismo e di critica al provincialismo francese (molto simile, per la verità, a quello italico) non fanno che aumentare il suo valore. Lo schema dello scambio (il malvivente fa bene il prete, il prete è abile come lestofante) è vecchio come il cinema stesso, ma in fin dei conti è ben orchestrato, arguto, soltanto alla fine un po’ macchinoso. Irriverente, spassoso, qua e là politicamente scorretto, è passato ingiustamente inosservato nelle nostre sale. Peccato, perché fa molto più ridere di tante commediole made in Hollywood che setacciano abitualmente il botteghino: qualcuno, ogni tanto, dovrebbe ricordarsi che il cinema non è soltanto quello d’oltreoceano. Anzi. Le scene coi gendarmi sono da antologia.

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