Tre uomini e una gamba

Regia di Massimo Venier, Aldo, Giovanni e Giacomo

con Aldo Baglio (Aldo), Giovanni Storti (Giovanni), Giacomo Poretti (Giacomo), Marina Massironi (Chiara), Carlo Croccolo (Cavalier Eros Cecconi), Luciana Littizzetto (Giuliana Cecconi), Maria Pia Casillo (Signora Cecconi), Augusto Zucchi (medico), Mohamed El Sayed (ingegnere marocchino), Rosalina Neri (portinaia), Antonio Rucco (maresciallo dei Carabinieri).

PAESE: Italia 1997
GENERE: Commedia
DURATA: 98’

Dipendenti presso la ferramenta Il paradiso della brugola, Aldo, Giovanni e Giacomo devono andare in macchina da Milano a Gallipoli, dove il terzo sta per sposarsi con la figlia dell’arrogante cavalier Cecconi. Con loro, oltre all’insopportabile Ringhio, cane del Cecconi, viaggia una gamba di legno scolpita dall’artista Garpez del valore di 170 milioni. Una serie di peripezie e l’incontro con una morettina sconvolgeranno i loro piani…

Esordio cinematografico del trio comico più noto in Italia, germogliato con Mai dire gol e molto apprezzato ne I corti teatrali. La loro comicità funziona perché è “transcontinentale”, in quanto si basa sul contrasto – sempre divertente – tra nord (incarnato da Giovanni e Giacomo) e sud (incarnato da Aldo). Il che permette di creare un connubio riuscito tra sobrietà ed esuberanza, tra recitazione per sottrazione, sotto le righe, e recitazione per addizione, sopra. Raro caso di film diretto a otto mani, ha proprio nella regia il suo punto debole: pur conoscendo bene i generi, la storia del cinema, le tecniche più svariate, il quartetto non sempre riesce a cucire le gag in modo equilibrato, lasciando talvolta in secondo piano l’andamento dell’intreccio. Ma, in fin dei conti, si ride, e parecchio pure; senza dimenticare che, alla luce del finale (che svela tutti i suoi debiti col cinema di Salvatores), il film è meno sfilacciato e più malinconico di quanto sembrerebbe. Mai volgari (nemmeno quando vanno sullo spinto), spesso capaci di un’ironia intelligente che sa sorprendere, capaci di sostenere la difficile struttura del film on the road, i tre comici si presentano come una ventata d’aria fresca nel panorama del cinema italiano governato dalla logica del cinepanettone. Già cult le divagazioni meta cinematografiche (che mettono in parodia, con intelligenza, gangster movie americano, neorealismo e horror alla Lucio Fulci), ma un’intera generazione di giovani spettatori lo sa a memoria quasi interamente. Impareggiabile la partita di calcio sulla spiaggia (con, in sottofondo, Che cossè l’amur di Vinicio Capossela) e il conseguente tentativo – in odor di Point Break – di recuperare la gamba persa a casa dell’ingegnere marocchino. Esilarante.

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