La casa dei 1000 corpi

(House of 1000 Corpses)

Regia di Rob Zombie

con Sid Haig (Capitano Spaulding), Bill Moseley (Otis B. Driftwood), Sheri Moon (Baby Firefly), Chris Hardwick (Jerry Goldsmith), Erin Daniels (Denise Willis), Matthew McGrory (Tiny Firefly), Karen Black (Mamma Firefly), Jennifer Jostyn (Mary Knowles), Rainn Wilson (Bill Hudley), Walton Goggins (agente Steve Naish), Tom Towles (tenente George Wydell), Robert Allen Mukes (Rufus T. Firefly).

PAESE: USA 2003
GENERE: Horror
DURATA: 88’

Gruppo di ragazzotti, sperduto nel sud desolato degli States, fa la conoscenza della temibile famiglia Firefly, bifolchi antropofagi che non hanno paura di nessuno…

Esordio dietro la macchina da presa del cantante metal Zombie, all’anagrafe Robert Cummings. Il film se lo è scritto da solo, ispirandosi esplicitamente a titoli come Non aprite quella porta o Le colline hanno gli occhi, ma tentando una via nuova, quasi “tarantiniana”, atta a creare un universo filmico “altro” imbevuto di niente se non di cinema. Il regista frulla trent’anni di cinema horror – e non solo: i nomi dei folli componenti della famiglia sono quelli dei fratelli Marx in Duck Soup del 1933 – e utilizza qualsiasi procedimento filmico gli passi per la testa; qualche volta l’operazione è fine a sé stessa, ma bisogna dire che in certi momenti – come quando usa il fermo immagine – diventa funzionale al racconto. La sceneggiatura (definita da Morandini “accuratamente delirante”) vorrebbe proporre una sconsolata analisi della società americana, attraverso la messa in scena di una famiglia “malata” che rispecchia la perdita di senso delle cose. Peccato che, ad una prima parte riuscita nel tratteggiare con cura un clima di morbosa paura, ne faccia seguito una seconda troppo basata sull’accumulo (di violenza, di accadimenti, di tecniche cinematografiche) e sul già visto, come se l’ispirazione diventasse plagio per mancanza di idee. Conserva un pessimismo razionale, raro ormai nell’horror americano, che gli fa onore, ma l’eccessivo autocompiacimento la fa sembrare troppo di maniera. Buon lavoro fotografico, comunque, di Alex Poppas e Tom Richmond, che imita la pellicola granulosa dei b- movie di una volta. La critica americana l’ha demolito senza pietà, quella europea – specialmente italiana – l’ha discretamente apprezzato. Ma affermare che Zombie, come Carpenter, sia un “autore non capito” che andrebbe rivalutato, è forse un po’ pretestuoso. Colonna sonora che mescola brani metal scritti dal regista a pezzi di Ramones e The Commodores. Seguito da La casa del diavolo.

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3 risposte a La casa dei 1000 corpi

  1. cinefobie scrive:

    Concordo. Assolutamente niente di che.

    ..però, fortunatamente, La Casa Del Diavolo è tutt’altra cosa!

  2. nehovistecose scrive:

    Ti ringrazio!infatti sto cercando di reperirlo!:)

  3. Pingback: La casa del Diavolo | Ne ho viste cose…

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