Le colline hanno gli occhi ²

(The Hills Have Eyes ²)

Regia di Alexandre Aja

con Aaron Stanford (Doug Bukowski), Emilie de Ravin (Brenda Carter), Dan Byrd (Bobby Carter), Ted Levine (Big Bob Carter), Kathleen Quinlan (Ethel Carter), Vinessa Shaw (Lynn Carter Bukowski), Tom Bower (benzinaio), Maisie Camilleri Preziosi (Catherine Bukowski), Robert Joy (Lizard), Laura Ortiz (Ruby), Billy Drago (Papa Jupiter), Michael Bailey Smith (Pluto), Ivana Turchetto (Big Mama), Ezra Buzzington (Goggle), Desmond Askew (Big Brain), Greg [Gregory] Nicotero (Cyst).

PAESE: USA 2006
GENERE: Horror
DURATA: 107’

La vacanza in roulotte dei Carter si trasforma in un incubo quando la loro auto resta in panne nel deserto roccioso del Nuovo Messico. Chi li sta spiando dalle colline?

Remake di un buon film del 1977 di Wes Craven, qui soltanto produttore e autore del soggetto. È un horror terrificante dai contorni splatter che sembra recuperare quei toni gore atrocemente pessimisti che fecero capolino negli anni ’70, da Non aprite quella porta in poi. La nuova sceneggiatura, scritta dal regista con Gregory Levasseur, attenua le riflessioni antropologiche dell’originale (i buoni ci mettevano poco a diventare cattivi, e la civiltà lasciava presto spazio alla bestialità), ma è egualmente politica nel mettere a confronto due “tipiche famiglie americane” che coltivano nella stessa maniera l’odio timoroso verso il diverso. Senza dimenticare che, pur basandosi su una premessa storica del tutto inventata (nel New Mexico non furono mai svolti esperimenti nucleari), dice molto sul rapporto tra potere e popolo, tra governo e singolo. La prima ora è la migliore: la suspense è costruita in modo impeccabile (grazie all’uso della soggettiva, che mostra il guardato ma non chi guarda), l’ambientazione desertica e desolata fa venire in mente il miglior Carpenter e si mostra sfondo ideale per la creazione dell’incubo. Le immagini suggestive sono parecchie (il cratere pieno di auto, i villaggi coi manichini), e ognuna di esse viene frullata in un cocktail onirico e quasi metafisico – grazie anche ad una fotografia importante di Maxime Alexandre – che non lascia scampo. Una volta tanto, squartamenti e sbudellamenti sono funzionali al clima di malata perversione in cui è impregnata la storia. Trucchi invidiabili del maestro Greg Nicotero, che si ritaglia un cameo nel ruolo di Cyst. La seconda parte perde qualche colpo a livello di tenuta narrativa, ma il potenziale metaforico resta intatto nonostante l’eccessiva lunghezza della “battaglia finale”: uno dei cattivi, addirittura, viene trafitto alla gola da una bandierina a stelle e strisce. Più chiaro di così… Ha ritmo, inventiva, una buona regia e una sceneggiatura non convenzionale che si permette di osare. Ingiustamente etichettato come uno dei tanti mediocri remake degli anni 2000, è in realtà uno dei migliori horror/ splatter usciti all’alba del nuovo millennio. Ma, attenzione, non è un film per tutti: anche dopo parecchie visioni resta un pugno nello stomaco cui difficilmente si può restare indifferenti. Un seguito indecente nel 2007, da noi direttamente in Dvd.

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