Juno

(Juno)

Regia di Jason Reitman

con Ellen Page (Juno MacGuff), Michael Cera (Paulie Bleeker), Jennifer Garner (Vanessa Loring), Jason Bateman (Mark Loring), Olivia Thirlby (Leah), J. K. Simmons (Mac MacGuff), Allison Janney (Bren), Rainn Wilson (Rollo), Lucas MacFadden (insegnante di chimica).

PAESE: USA 2007
GENERE: Commedia
DURATA: 92’

L’adolescente Juno, cresciuta nella sonnacchiosa provincia americana, resta incinta del timido coetaneo Paulie. Subito pensa all’aborto, ma poi, appoggiata dal padre e dalla matrigna, decide di affidare il nascituro ad una famiglia che non può avere figli. La scelta cade sui giovani coniugi Loring, che Juno vuole conoscere intimamente per essere sicura di fare la cosa giusta.

Sarà perché la nostra stampa gode sulle polemiche, sarà perché – pur non ammettendolo – restiamo un paese in mano al Vaticano, il secondo film di Jason Reitman (fratello minore dell’Ivan di Ghostbusters) è arrivato in Italia dopo un calderone insostenibile di polemiche. In molti, senza neppure vederlo, l’hanno accusato di essere un film pro aborto, cosa che di fatto non è; altri, sbagliando nello stesso modo, ne hanno parlato come di un film contro l’aborto: in realtà è un film sull’amore e sull’adolescenza che, esaltando la capacità di sentimento delle nuove leve, gli riconosce il diritto di poter esprimere la propria opinione e di perseguire le proprie scelte, anche e soprattutto quando si rivelano sbagliate. La giovane sceneggiatrice Diablo Cody (vero nome: Brook Busey) si astiene dal giudizio, preferendo raccontare una storia piuttosto che decretare una verità. E, mostrando una famiglia tutto sommato “normale” che al cinema si vede di rado, va a modo suo controcorrente. Il risultato è più che dignitoso, e il film si fa notare per la freschezza dell’idea, per la verve delle battute e delle scene, per come accarezza i personaggi senza mai giudicarli, per il coraggio di ribaltare le convenzioni, per come cancella il pregiudizio in nome del “bene di vivere”. È per questo che, tutto sommato, è un film ottimista. Reitman, dalla sua, opta per una regia semplice ma originale (bellissimo l’intro “disegnato” accompagnato dalle note di All I want is you di Barry Louis Polisar), rispettosa sia nei confronti dello spettatore che dei protagonisti. Impagabile l’interpretazione della Page (classe 1987), su cui si regge buona parte del film, ma tutti gli attori sono strepitosi e hanno la faccia giusta. Molto dolce la scena finale, in cui Page e Cera cantano e suonano Anyone else but you. Colonna sonora azzeccata (The Kinks, Sonic Youth, Buddy Holly, Velvet Underground) e bella fotografia di Eric Steelberg. Un film assolutamente da vedere.

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