Il Corvo – Preghiera maledetta

(The Crow: Wicked Prayer)

Regia di Lance Mungia

con Edward Furlong (Jimmy Cuervo), David Boreanaz (Luc Crash), Tara Reid (Lola Byrne), Emmanuelle Chriqui (Lilly), Dennis Hopper (El Niño), Marcus Chong (Guerra), Tito Ortiz (Carestia), Yuji Okumoto (Pestilenza), Dave Ortiz (Sceriffo Tanner), Macy Gray (Carman), Danny Trejo (Harold), Jorge Jimenez (Cortez), Richard Cumba (Moses).

PAESE: USA 2005
GENERE: Fantastico
DURATA: 102’

In una riserva indiana messicana vive, malvisto dalla popolazione che lo ritiene un assassino, il giovane scansafatiche Jimmy Cuervo. La sera che raggiunge la fidanzata per chiederle di sposarlo, una banda di satanisti del luogo li uccide senza pietà. Resuscitato da un corvo, Jimmy torna in cerca di vendetta, ma il capo della gang intanto sta per diventare l’anticristo…

Quarto capitolo della saga iniziata nel 1994 con Il corvo di Alex Proyas, ispirata ai fumetti creati da James O’Barr negli anni ottanta. Al peggio non c’è mai fine. L’idea di spostare la storia dalle gotiche e allucinate metropoli senza nome alle desolate e polverose riserve messicane era ottima, ma gli sceneggiatori (Jeff Most, Sean Hood e Lance Mungia, partendo da un racconto di Norman Partridge) e il regista ce l’hanno messa tutta per buttarla nel water: la tiritera è sempre la solita (un uomo torna dall’aldilà per vendicarsi di chi ha ucciso lui e una persona cara), i dialoghi sono puerili, la storia inconsistente e risibile (il cattivo è nientemeno che l’anticristo) e la regia è confusa e cagnesca. Magari fosse un b-movie alla Rodriguez, come suggerirebbero l’ambientazione e la presenza di Danny Trejo – futuro Machetenel ruolo del prete indiano d’assalto! Il ridicolo involontario regna su tutto, il maledettismo del personaggio è di maniera, le incongruenze della trama sono enormi: se Jimmy ha il potere di resuscitare i morti (lo dimostra col prete) perché non riporta in vita l’amata fidanzatina? Cast atroce, effetti speciali nulli (colpa anche del basso costo) e montaggio inutilmente convulso che scambia la frenesia per virtuosismo. Edward Furlong, ex giovane promessa (Terminator 2, American History X), tocca ad appena 28 anni l’apice del suo declino. Potrebbe vincere l’Oscar come “attore più fuori parte al mondo”: è basso, poco cool, cicciottello e sgraziato, ovvero l’opposto di Brandon Lee nel primo episodio. E Andrea Ward gli da il colpo di grazia doppiandolo come la voce narrante di un documentario di Superquark. Tremendo macchiettone di Dennis Hopper nei panni di un pappone squallido e amico del demonio.

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