Habemus Papam

Regia di Nanni Moretti

con Michel Piccoli (Cardinale Melville/ Il Papa), Nanni Moretti (Lo psicanalista Brezzi), Margherita Buy (La psicanalista), Jerzy Stuhr (il portavoce Marcin Raijski), Renato Scarpa (Cardinale Gregori), Franco Graziosi (Cardinale Bollati), Camillo Milli (Cardinale Pescardona), Roberto Nobile (Cardinale Cevasco), Ulrich von Dobschütz (Cardinale Brummer), Erik Merino (Cardinale cileno), Peter Boom (Cardinale neozelandese), Dario Cantarelli (l’attore), Gianluca Gobbi (guardia svizzera).

PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia drammatica
DURATA: 104’

Poco prima di affacciarsi al balcone di piazza San Pietro, il nuovo Pontefice presenta i sintomi di un esaurimento nervoso, dichiarando di non sentirsi all’altezza del compito affidatogli. Mentre fuori il mondo intero attende di sapere il suo nome, viene chiamato uno psicanalista laico che lo aiuti a superare il momento difficile. Ma sua Santità fugge impaurito dal Vaticano, e mentre lo psicanalista, per ingannare il tempo, organizza un torneo di pallavolo, il suo portavoce lo cerca preoccupato per le strade di Roma…

Undicesimo film di Moretti, scritto come il precedente Il caimano (2006) con Francesco Piccolo e Federica Pontremoli. Il regista sembra voler accantonare la politica (anche se per lui la Chiesa rimane un’espressione perfetta delle storture del potere) per affrontare temi in qualche modo più spirituali, con un’idea di indubbia originalità che porta a molteplici riflessioni (se il Papa è eletto da Dio attraverso i cardinali, ammettere che la scelta non è corretta sarebbe come sostenere che Dio può sbagliare) e una lucidità di sguardo che anticipa profeticamente molti eventi a venire, come l’abdicazione di Benedetto XVI e l’elezione di Papa Francesco, quest’ultimo artefice di un rinnovamento che Moretti, attraverso le parole di questo Papa fittizio, sembra auspicare (l’ammissione delle colpe della Chiesa, l’apertura alla diversità). Ma il suo è anche un film sulla grande crisi  ideologica e spirituale di questo secolo, ben raccontata dalla potentissima inquadratura del balcone deserto con le tende socchiuse su un’oscurità che non promette nulla di buono. Moretti non è nuovo ai finali apocalittici (si pensi a Il caimano, o anche, andando a ritroso, a Bianca), ma questo è particolarmente significativo.

Molto belle le trovate sulla vita quotidiana dei cardinali e sulla difficile coesistenza tra psicanalisi e religione (“immagino non si possa parla di…” ” di sesso?” Assolutamente no”), efficaci ma forse poco approfondite quelle sul parallelismo tra l’essere attori e l’essere uomini di chiesa. Gli unici difetti del film sono imputabili al consueto narcisismo di Moretti, che per dare spazio al suo personaggio schiaccia quello della moglie (un’ottima Buy) e si dilunga troppo sulla parentesi pallavolistica (nella quale esagera col fare il one man show). Come sempre nei film di Moretti i media fanno una figura barbina. Parentesi musicale affidata questa volta a Todo cambia, eseguita da Mercedes Sosa. Come sempre accade in Italia quando si va su argomenti considerati tabù, all’annuncio del film immancabile pioggia di polemiche: L’Osservatore Romano ha consigliato di boicottarlo, Pino Farinotti ha scritto che “il Papa è troppo grande per Moretti”, molti intellettuali – anche di sinistra – l’hanno definito una “fatua provocazione”. In realtà, a ben guardarlo, fatue erano soltanto le polemiche: non è per nulla un film offensivo, nemmeno per un credente. Anzi. Onore dunque a Famiglia Cristiana, unico giornale cattolico ad averlo capito e, quindi, apprezzato. Bella fotografia di Alessandro Pesce, ottime scenografie di Paola Bizzarri che ricreano in studio e con precisione maniacale la Cappella Sistina e parte del Vaticano. Musiche del “solito” Franco Piersanti. Primo film in cui Moretti ha utilizzato il web per promuovere la sua arte. Tre David di Donatello: Michel Piccoli (strepitoso), scenografia e costumi a Lina Nerli Taviani.

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