Regia di Morgan Spurlock
PAESE: USA 2004
GENERE: Documentario
DURATA: 98’
Antefatto: nel 2002 due ragazzine americane fanno causa a McDonald’s, affibbiando all’azienda la colpa della loro obesità; la difesa della multinazionale la spunta, affermando che non ci sono prove che un’alimentazione basata esclusivamente sui fast food possa provocare quegli effetti. Spurlock, scrittore e produttore televisivo, cerca quelle prove: mangerà da McDonald’s per 30 giorni, colazione, pranzo e cena, accettando se gli viene chiesto il gigantesco menù Super Size, il tutto sotto stretta osservazione di un equipe di medici e nutrizionisti. Al trentesimo giorno, avrà preso 10 kg in trenta giorni, il suo colesterolo sarà altissimo e, oltre a depressione e impotenza sessuale, rischierà di morire per attacco cardiaco…
Debitore del cinema di Michael Moore – anche nel protagonismo sfrenato – Spurlock si usa come cavia e si pone alcune domande sull’alimentazione dei fast food: è davvero tutta colpa delle persone che, pur sapendo che fa male, continuano ad andare a mangiarci? O è forse vero che nei cibi ci sono sostanze zuccherine che provocano dipendenza, soprattutto ai bambini? Ed è vero che le lobby dei fast food premono perché le mense scolastiche servano i loro prodotti? Con goliardico ma irreprensibile senso del dovere, Spurlock compie la sua indagine su un’America obesa che si sta rovinando da se. L’obesità è come il fumo, e presto ne prenderà il posto principale nella classifica delle cause di mortalità negli Stati Uniti. Poco cinematografico e molto televisivo, più vicino a una puntata di Jackass che a una pellicola di Michael Moore, ha comunque il merito di aver dato uno scossone all’industria alimentare dei fast food: pur negando che le cause siano rintracciabili nel film, McDonald’s ha finalmente ritirato il menù Super Size. Successo planetario e nomination all’Oscar 2005. Non è un capolavoro, ma è divertente, agghiacciante, fa riflettere.