(Antitrust)
Regia di Peter Howitt
con Ryan Philippe (Milo Hoffman), Claire Forlani (Alice Poulson/ Rebecca Hall), Tim Robbins (Gary Winston), Rachel Leigh Cook (Lisa Calaghan), Douglas McFerran (Bob Shrot), Richard Roundtree (Lyle Barton), Tygh Runyan (Larry Banks), Yee Jee Tso (Teddy Chin), Nate Dushku (Brian Bissel), Ned Bellamy (Phil Grimes).
PAESE: USA 2001
GENERE: Thriller
DURATA: 108’
Il giovane Milo, esperto programmatore di software, accetta di andare a lavorare per la multinazionale informatica NURV. Diventa amico del boss e fa una bella scalata al successo, ma presto si accorge che qualcosa non va: alcuni programmatori della concorrenza iniziano a morire in circostanze assai misteriose…
Scritto da Howard Franklyn, il secondo film del regista di Sliding Doors è un thriller di sapore vagamente hitckcockiano che aggiorna i canoni del genere all’era tecnologica (e informatica) di oggi. Nonostante il manicheismo di fondo (i ricchi e mostruosi imprenditori informatici in stile Bill Gates in contrapposizione ai piccoli, onesti programmatori da garage) e le molte inverosimiglianze, il film convince sia come thriller (con molti momenti di palpabile tensione) sia come metafora di questi tempi nostri, riuscendo persino ad anticipare alcune riflessioni sull’uso/abuso tecnologico che oggi (dopo almeno un decennio di social network) sembrano quasi banali. Lodevole l’elogio finale ai software open source, ovvero liberi e gratuiti. Cinema “medio” ma fatto bene. Ovvie le similitudini tra la NURV e la Microsoft (specialmente in materia di antitrust, titolo originale della pellicola) e tra Winston – un mefistofelico Robbins – e Bill Gates, anche se alcune frasi zen dell’imprenditore anticipano i discorsi del concorrente Steve Jobs.
