(Untraceable)
Regia di Gregory Hoblit
con Diane Lane (Agente Jennifer Marsh), Billy Burke (Detective Eric Box), Colin Hanks (Agente Griffin Dowd), Joseph Cross (Owen Reilly), Mary Beth Hurt (Stella Marsh), Peter Lewis (Richard Brooks), Tyrone Giordano (Tim Wilks), Perla Haney-Jardine (Annie Haskins), Tim deZarn (Herbert Miller), Christopher Cousins (David Williams).
PAESE: USA 2008
GENERE: Thriller
DURATA: 101’
L’agente Jennifer Marsh, vedova con figlia a carico, milita alla sezione “cyber crime” del dipartimento di polizia di Portman: il suo lavoro consiste nello scovare, denunciare e infine oscurare siti contenenti materiale pedofilo, violento, truffaldino, insomma illegale. Una sera viene a conoscenza di un sito che trasmette torture in streaming: più visualizzazioni, più veloce sarà la dipartita del malcapitato. Aiutata da un giovane collega e da un onesto poliziotto, Marsh tenta di scoprire chi è l’assassino, ma non si rende conto che lei stessa potrebbe essere uno dei possibili obbiettivi del folle…
Scritto da Robert Fyvolent, Mark Brinker e Allison Burnett, è un thriller informatico di matrice poliziesca con molti difetti e qualche pregio. La regia di Hoblit è piuttosto anonima, e regala qualche brivido solo quando rubacchia da precedenti illustri (Il silenzio degli innocenti, Seven); la sceneggiatura è prevedibile, manca di suspense, e i tentativi di analisi sociopolitica (i media “vampirizzanti”), pur onorevoli, sono sorpassati o affrontati con eccesso di superficialità; senza dimenticare che, mostrando con dovizia di particolari ogni singolo, cruento ogni omicidio, finisce per fare spettacolo utilizzando le stesse armi “mediologiche” che critica. Detto questo, il film non è affatto sgradevole, e riesce a intrattenere e a coinvolgere fino alla fine. Merito soprattutto della 43enne Diane Lane, brava e bella, ma anche credibile. L’ultima inquadratura è una chicca.
