The Terminal

(The Terminal)Locandina

Regia di Steven Spielberg

con Tom Hanks (Viktor Navorski), Catherine Zeta-Jones (Amelia Warren), Stanley Tucci (Frank Dixon), Diego Luna (Enrique Cruz), Chi McBride (Joe Mulroy), Barry Shabaka Henley (Ray Thurman), Kumar Pallana (Gupta Rajan), Zoe Saldana (il funzionario Torres), Eddie Jones (Salchak), Michael Nouri (Max), Jude Ciccolella (Karl Iverson).

PAESEUSA 2004
GENERE
Commedia drammatica
DURATA: 131’

Giunto dalla fittizia Krakhozia a New York per esaudire il sogno del padre, il mite Viktor Navorski scopre che un colpo di stato ha legalmente “cancellato” la sua patria. Si ritrova senza visto e prigioniero nell’aeroporto JFK. Fa amicizia con un gruppo di inservienti, si innamora di una bella hostess e, dopo aver affrontato il burbero direttore dell’aeroporto, arriva in una New York innevata e scopre la magia del jazz.

Le carte vincenti di questo 23esimo film di Spielberg, ispirato ad un fatto simile avvenuto all’aeroporto De Gaulle, sono essenzialmente due: la sceneggiatura, di Andrew Niccol, Jeff Nathanson e Sacha Gervasi, e la scelta dell’ambientazione, un non luogo per eccellenza che permette infinite riflessioni filosofiche (come nella vita, c’è chi viene e c’è chi va, e gli incontri sono sempre fugaci, talvolta poetici). Assai divertente nella prima parte, un po’ scontato nella seconda, si regge soprattutto sulla bravura di un Tom Hanks ingenuotto e sbadato decisamente in parte. Il finale, in cui anche i cattivi diventano buoni, in pieno stile Spielberg, è un elogio nemmeno tanto velato alla grandezza del sogno americano, ma non mancano allo stesso tempo frecciatine azzeccate contro l’american way of life (alla sbarra carrierismo, razzismo, burocrazia nonsense) e un sincero omaggio all’America che ha ancora il coraggio di essere terra democratica di Melting Pot (dei tre amici che si fa Viktor nell’aeroporto nessuno è davvero americano, e l’aeroporto in questione è il JFK). Forse non il miglior Spielberg, ma uno Spielberg al cento per cento. Brava e bella la Zeta-Jones. Contributi tecnici ineccepibili, affidati ai soliti noti: musiche di John Williams, fotografia di Janusz Kaminski, montaggio di Michael Kahn e scene di Alex McDowell. Sublimi i titoli di testa e di coda. Da vedere.

Voto

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