Fargo – stagione 1

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Regia di Adam Bernstein, Randall Einhorn, Colin Bucksey, Scott Winant, Matt Shakman

con Billy Bob Thornton (Lorne Malvo), Alison Tolman (Molly Solverson), Martin Freeman (Lester Nygaard), Colin Hanks (Gus Grimly), Bob Odenkirk (Bill Oswalt), Keith Carradine (Lou Solverson), Josh Close (Chaz Nygaard), Adam Goldberg (Mr. Numbers), Russell Harvard (Mr. Wrench), Oliver Platt (Milos Stavros), Kate Walsh (Gina Hess), Joey King (Greta Grimmly).

PAESE: USA 2014
GENERE: Drammatico
DURATA: 50′ (episodio)

A Bemidji, sonnacchiosa cittadina nei pressi di Fargo, un misterioso, strambo sicario da il via ad una spirale di inaudita violenza che coinvolge anche l’insospettabile assicuratore Lester. Ad indagare, una grintosa poliziotta che non crede alla versione ufficiale dei fatti…

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Ideata e sceneggiata da Noah Hawley per il canale statunitense FX, è la serie antologica (ogni stagione ha una storia e personaggi diversi) in dieci episodi ispirata al film/capolavoro omonimo dei fratelli Coen. Dal lungometraggio (uscito nel 1996) prende l’ambientazione gelida (metafora di molte, moltissime cose), una notevole inventiva nel disegno dei personaggi e lo spirito ironico e dissacratorio che ne faceva un apologo sulle aberrazioni della società USA di provincia. Fin qui tutto bene, e fin qui (per fin qui si intendono i primi 6, 7 episodi) il telefilm è intrigante, divertente, capace di rappresentare il male in tutta la sua becera stupidità. Quando però, verso il finale, diventa una sfida a due tra Malvo e Lester, qualcosa si rompe. A livello tematico: il film dei Coen parlava di stupidità del male spogliando i criminali di qualunque alone romantico, qui invece si finisce per tratteggiare la figura di un cattivo cult in perfetto stile pulp, molto più simpatico dei cosiddetti buoni e, soprattutto, quasi metafisico e ultraterreno nella sua mefistofelica e infallibile visione d’insieme; è una visione che contrasta con quella dei Coen, così come inspiegabile è la trasformazione di Lester da grigio, pavido assicuratorucolo da due soldi a genio del male freddo e calcolatore che la scampa ogni volta con nonchalance.

124043952-2dfcadd1-a008-48ea-bc12-1c1524e4c237Le riserve però sono anche a livello strutturale: guardando gli ultimi due episodi si ha spesso la sensazione che l’autore non sappia più dove andare a parare, e le lacune narrative diventano davvero troppe. E che dire della figura di Malvo? Per dieci episodi si lasciano indizi sulla sua vera identità (incrementando la suspense) per poi non dire un piffero su chi è o su perché assuma certi strambi comportamenti. Va bene che l’indeterminatezza affascina, ma qui si è un po’ disonesti. Peccato. Dunque, una serie poliziesca molto superiore alla media (per ambientazione, messaggio, ironia, stile) ma non un capolavoro come il 90% di pubblico e critica ha affermato. Bravissimi gli attori e ineccepibili i contributi tecnici (regia, montaggio, fotografia, musiche). Da vedere.

Voto

 

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