The Zero Theorem – Tutto è Vanità

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Regia di Terry Gilliam

con Christoph Waltz (Qohen Leth), Mélanie Thierry (Bainsley), David Thewlis (Joby), Lucas Hedges (Bob), Matt Damon (La direzione), Tilda Swinton (dott Shrink-Rom), Sanjeev Bhaskar (dottore), Peter Stormare (dottore), Ben Whishaw (dottore).

PAESE: Gran Bretagna 2013
GENERE: Grottesco
DURATA: 107’

In un futuro distopico caotico e governato dalla tecnologia l’hacker Qohen Leth attende da anni una telefonata che gli dica qual è il senso della vita. Quando gli viene affidato l’incarico di risolvere l’irrisolvibile e misterioso “teorema Zero”, conosce una strana ragazza che forse potrebbe dare una direzione alla sua vita.

Scritto da Pat Rushin, il tredicesimo film di Gilliam è figlio del suo capolavoro Brazil (1984), di cui riprende le riflessioni orwelliane, lo stile registico, il gusto visivo. Talvolta sembra insicuro sulla direzione da prendere, e certi passi sono davvero troppo criptici, ma il film è intrigante e divertente. Azzeccati gli spunti filosofici, non nuovi ma sinceri quelli sullo strapotere della tecnologia (cui si aggiunge l’elemento “social”) e godibile la comicità satireggiante e grottesca, da sempre elemento-chiave del cinema di Gilliam. Ottima prova di Waltz, rasato e passivo ai limiti della non presenza. Come sempre accade nei film di regista, c’è una ghiotta galleria di personaggi secondari. Fotografia di Nicola Percorini, musiche di George Fenton. In Italia è uscito soltanto nel 2016 e con un sottotitolo privo di senso. Da vedere.

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