The Homesman

(The Homesman)homesman

Regia di Tommy Lee Jones

con Tommy Lee Jones (George Briggs), Hilary Swank (Mary Bee Cuddy), Meryl Streep (Altha Carter), Grace Gummer (Arabella Sours), Miranda Otto (Theoline Belknapp), Sonja Richter (Gro Svendsen), David Dencik (Thor Svendsen), John Litghow (Reverendo Dowd), Tim Blake Nelson (il viaggiatore), James Spader (Aloysius Duffy), William Fichtner (Vester Belknap), Jesse Plemons (Garn Sours).

PAESE: Francia, USA 2014
GENERE: Western
DURATA: 122′

Nebraska, 1854. La tenace pioniera Mary Bee Cuddy, ancora da sposare, accetta di riportare nell’Iowa (cioè a Est) tre donne della comunità che, per diverse ragioni (tutte terrificanti), hanno perso il senno. La accompagna, più o meno volontariamente, il vagabondo George Briggs, cui Mary ha salvato la vita…

Secondo film per il cinema di Jones, tratto dall’omonimo romanzo (1988) di Glendon Swarthout. A partire dalle prime, magnifiche inquadrature, il film riprende l’orizzontalità e l’ampiezza spaziale del western classico, raccontando tuttavia una storia che di classico non ha nulla o quasi. Più che dalle parti di Ford, siamo dalle parti de Gli Spietati: il West come inferno di feci e malumori, privo di eroi e popolato di ubriaconi che sparano. Fine. Si racconta la vita dei pionieri, una volta tanto, dal punto di vista delle loro donne. Film tragico e privo di speranza che, nel portare in scena in maniera estrema la bestialità umana (soprattutto maschile), sottolinea – ancora una volta – la bestialità di una società ipocrita, bigotta e violenta, che nasce nel sangue per poi immediatamente ricercarsi una verginità che, più che perduta, sembra non essere mai esistita. Film ironico e complesso, impregnato di umanesimo e pietà, colmo di ellissi, scarti, improvvisi cambi di ritmo, inaspettati colpi di scena. Riesce ad essere sgradevole ai limiti della sostenibilità tanto quanto sa essere tenero e pacato. Con una regia di rara eleganza visiva e formale, Jones è maestro nel comporre immagini di una bellezza e di una plasticità disarmanti. Attori perfetti, così come perfetti sono i contributi tecnici, dalla fotografia di Rodrigo Prieto alle musiche di Marco Beltrami. Lascia l’amaro in bocca e non è per tutti, ma è un film grandissimo, in tutti i sensi. Imperdonabile il fatto che da noi sia arrivato solo direct-to-video.

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