Non ti muovere

Regia di Sergio Castellittolocandina

con Sergio Castellitto (Timoteo), Penélope Cruz (Italia), Claudia Gerini (Elsa), Marco Giallini (Manlio), Angela Finocchiaro (Ada), Pietro De Silva (Alfredo), Elena Perino (Angela), Vittoria Piancastelli (Raffaella), Gianni Musy (padre di Elsa), Renato Marchetti (Pino, il barista).

PAESE: Italia, Spagna, Gran Bretagna 2004
GENERE: Drammatico
DURATA: 125′

Il chirurgo Timoteo attende di conoscere le sorti della figlia quindicenne, caduta in motorino ed ora sotto i ferri. Dalla sala d’aspetto dell’ospedale ricorda una storia d’amore extra-coniugale avvenuta una quindicina di anni prima: quella con la zingara Italia, stuprata, messa incinta, lasciata, ripresa…

Dal romanzo omonimo di Margaret Mazzantini, moglie di Castellitto. La coppia lo ha anche adattato/sceneggiato a quattro mani. È un film italiano anomalo per diverse ragioni: 1) racconta una storia d’amore che parte con uno stupro, elemento di difficile accettazione per lo spettatore; 2) non solo non ha personaggi positivi, bensì sembra non averne nemmeno di profondi: sono tutti squallidi, bugiardi, ipocriti, vuoti come l’eco mostro in cui vive Italia; 3) ha uno stile registico molto personale che non teme di diventare qua e la anti-narrativo e che, spesso, osserva le cose dall’alto, in maniera emblematica quanto poco convenzionale. In superficie è il racconto di una fuga: il borghesuccio protagonista si sente attratto da Italia perché è l’opposto della donna che il suo ruolo richiede, bruttina, ignorante, non artefice del proprio destino, incapace di dissentire, nel sesso come nella vita (non a caso l’opposto della moglie). Sotto sotto, tuttavia, si rivela un apologo sulla bestialità umana e sull’aspetto elegante che ci diamo per evitare di ammettere che siamo degli animali. È il ritratto di una generazione (e di un paese?) sconfitta, perduta, inconsistente. Per questo è anche un film politico, nel senso più ampio e aristotelico del termine. L’impressione che il Castellitto sceneggiatore sia inferiore al Castellitto attore e regista è forte: suggerisce meglio con le immagini che con le parole. Un pregio? Certo, ma proprio per questo bisognava parlare meno e meglio: spesso il criptico diventa confuso, e allora ciao pathos. Grande prova del protagonista e titanica prova della Cruz, imbruttita, invecchiata, spogliata della sua aria da femme fatale, che recita in italiano. Le continue strizzatine d’occhio al mercato internazionale e lo stile anomalo e in qualche modo compiaciuto del regista possono anche risultare fastidiose, ma non è un brutto film come ha decretato gran parte della critica. Fa riflettere, lascia sospesi, spinge al dibattito, e non è poco. La canzone che accompagna molte scene è la struggente Un senso di Vasco Rossi (scritta appositamente), ma la colonna sonora è un gustoso pastiche che mescola Leonard Cohen, Nino Buonocore e Toto Cutugno.

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2 risposte a Non ti muovere

  1. chiarag scrive:

    Condivido ogni singola osservazione. Lo apprezzai molto quando lo vidi, mi rimase addosso un senso di disagio difficile da scrollarsi di dosso.

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