L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo

(Trumbo)trumbo-143089852-large

Regia di Jay Roach

con Bryan Cranston (Dalton Trumbo), Diane Lane (Cleo Fincher Trumbo), Louis C.K. (Arlen Hird), Helen Mirren (Hedda Hopper), Elle Fanning (Nikola Trumbo), John Goodman (Frank King), Michael Stuhlbarg (Edward G. Robinson), Alan Tudyk (Ian McLellan Hunter), Dean O’Gorman (Kirk Douglas), Adewale Akinnuoye-Agbaye (Virgil Brooks), Stephen Root (Hymie King), David James Elliott (John Wayne), Christian Berkel (Otto Preminger), John Getz (Sam Wood).

PAESE: USA 2015
GENERE: Biografico
DURATA: 124’

Uno scorcio di vita dello sceneggiatore comunista Dalton Trumbo (1905 – 1976), dal rifiuto a testimoniare davanti alla commissione per le attività anti-americane (1947) alle conseguente condanna a 11 mesi di reclusione (1950), dall’isolamento artistico ed umano cui lo condannò l’establishement hollywoodiano alla stesura di centinaia di sceneggiature per B-movie pagate 1200 dollari e firmate con nomi falsi, dalla vittoria di ben due Oscar che non potè ritirare (Vacanze Romane e La grande corrida portavano per ovvie ragioni i nomi di altri autori) alla tardiva riammissione a Hollywood (1960) avvenuta grazie alla fiducia di Kirk Douglas e Otto Preminger. Infine, un salto in avanti nel 1970 quando, premiato dalla Writers Guild of America, tenne un magnifico discorso sulla libertà e usò per la prima volta il termine “caccia alle streghe”.

trumbo_4Scritto da John McNamara ispirandosi alla biografia Trumbo di Bruce Alexander Cook, è il primo film di fiction a raccontare la storia del celeberrimo sceneggiatore hollywoodiano perseguitato in quanto comunista. Realistico, non agiografico, è un grande film sul cinema ed un emozionante saggio sulla libertà di pensiero. Roach mette da parte la comicità farsesca cui ci ha abituati (ebbene si, è lui il regista di Austin Powers), e attraverso uno stile garbato ed asciutto dipinge uno straordinario affresco storico che è anche una riflessione sul bisogno impellente di scrivere e sulla necessità dell’artista di vedere riconosciuto il proprio lavoro. Un film molto, molto coraggioso, anche perché Trumbo non si pente MAI di essere comunista e parecchie grandi icone americane – una su tutte John Wayne – fanno finalmente la (brutta) figura che meritano. Dei molti grandi momenti ne vorremmo citare almeno tre: i due premi Oscar festeggiati soltanto in famiglia (di una tenerezza infinita), gli incontri con i solidali Kirk Douglas e Otto Preminger, il discorso finale da anziano. Da antologia la sequenza in cui il produttore di B-movie interpretato da Goodman malmena un funzionario di Hollywood che gli chiedeva di licenziare Trumbo (il motivo per cui non vuole farlo è che lo sceneggiatore lo fa guadagnare e quindi gli porta “i soldi e la figa”).

bryan-cranston-parla-di-dalton-trumboRiuscito sia sul versante pubblico che su quello privato, abile nel rileggere alcuni stereotipi tipici del bio-pic (come il difficile rapporto di Trumbo con la figlia ribelle), il film non ha una sola sbavatura retorica, non un cedimento narrativo, non una caduta di gusto. Cranston, magnifico, “non interpreta Trumbo: ne è la reincarnazione” (Morandini). Attori bravissimi, ben diretti (altro merito di Roach) e perfetti per i ruoli interpretati. Ottima anche la fotografia “calda” di Jim Denault. Nonostante la nomination agli Oscar di Cranston e un unanime consenso critico, in patria il film non è andato bene. La triste prova che negli States essere stati comunisti è ancora una colpa imperdonabile. Intelligente, commovente, persino molto divertente, è un grande film per chi ama il cinema e la libertà. Imperdibile.

Voto

Condividi su
Questa voce è stata pubblicata in 2000 - oggi, Genere Biografico e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *