(Everything is Illuminated)
Regia di Liev Schreiber
con Elijah Wood (Jonathan Safran Foer), Eugene Hutz (Alexander “Alex” Perchov), Boris Leskin (il Nonno), Laryssa Lauret (Lista), Teresa Veselkova (Augustine), Lukas Kral (Baruch), Oleksandr Choroshko (Alexander Perchov padre), Zuzana Hodkova (la madre di Alex), Gil Kazimirov (Igor, il fratello).
PAESE: USA 2005
GENERE: Commedia drammatica
DURATA: 106′
Il collezionista Jonathan Safran Foer parte alla volta dell’Ucraina per conoscere i posti in cui nacque e visse il nonno prima dell’invasione nazista. Lo aiutano un giovane alla moda (si fa per dire), il di lui nonno (che sostiene di essere cieco ma è il loro autista) e una cagnetta psicolabile che si chiama Sammy Davis Jr. Jr….
Esordio alla regia (e alla sceneggiatura) dell’attore Schreiber, che traspone l’omonimo romanzo autobiografico di Jonathan Safran Foer. Un film di viaggio che è due film in uno: il primo, che si conclude quando i tre viaggiatori trovano l’anziana Lista, è divertente e irriverente, impregnato di un umorismo Yiddish stralunato che ricorda da vicino Jarmusch e Kaurismaki; il secondo, quello del ricordo e della catarsi, è un dramma ricco di pathos che racconta un olocausto meno conosciuto e ribadisce il bisogno di ricordare il passato per capire il presente. Non a caso, sia Jonathan che Lista sono collezionisti: ricordano attraverso gli oggetti di chi non c’è più. Il debuttante Hutz – bravissimo – è il cantante dei Gogol Bordello, che appaiono in un cameo alla stazione e prestano la celebre Start Wearing Purple alla colonna sonora. Ottimo Wood e straordinario il vecchio Leskin, alle prese con un personaggio che parte macchietta e finisce col diventare il fulcro del film. Memorabile il personaggio della cagnetta-guida psicopatica Sammy Davis Jr. Jr., interpretata a turno dai meticci Mikki e Mouse. Foer è il netturbino che spazza le foglie nella scena iniziale del cimitero. Da vedere.
