Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma

(Star Wars: Episode I – The Phantom Menace)

Regia di George Lucas

con Liam Neeson (Qui-Gon Jinn), Ewan McGregor (Obi-Wan Kenobi), Natalie Portman (Padmé Amidala), Jake Lloyd (Anakin Skywalker), Pernilla August (Shmi Skywalker), Ian McDiarmid (Palpatine), Oliver Ford Davies (Sio Bibble), Terence Stamp (Finis Valorum), Samuel L. Jackson (Mace Windu), Ray Park (Darth Maul).

PAESE: USA 1999
GENERE: Fantascienza
DURATA: 136′

La giovane regina Amidala, sovrana del pianeta Naboo, cerca una soluzione pacifica alle controversie sorte tra la Repubblica Galattica e la Federazione dei Mercanti. Scortata dagli Jedi Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi, è costretta ad atterrare sul desertico pianeta Tatooine e ad accettare l’aiuto di un bambino che si chiama Anakin Skywalker. Intanto, in Senato qualcuno prepara la strada per un colpo di stato…

Primo capitolo della trilogia prequel, nei piani di Lucas sin dalla lavorazione de L’impero colpisce ancora (1981). Tre nuovi film per narrare le vicissitudini che portarono alla nascita dell’Impero Galattico e raccontare come il giovane Anakin Skywalker si lasciò tentare dal lato oscuro diventando Darth Vader. Atteso per anni e preceduto da un battage pubblicitario senza precedenti, segna il ritorno di Lucas dietro la macchina da presa dopo ben 22 anni di riposo (la sua ultima regia fu proprio Guerre Stellari, nel 1977). Il risultato è parecchio deludente: il Lucas sceneggiatore arranca in una trama inutilmente complicata e priva di idee, il Lucas regista non riesce a dare fluidità al racconto e a trasmettere la meraviglia della visione, evidentemente stordito e sovreccitato da effetti speciali pesanti e oggi assolutamente datati. L’unica sequenza davvero riuscita è quella della gara degli sgusci: guarda caso, l’unica in cui si tralasciano pipponi filosofici e dialoghi da soap e si privilegia l’azione. Personaggi bidimensionali, trovate discutibili (i cattivi parlano con accento russo come gli alieni della sci-fi anni ’50) e sequenze girate interamente in CG che sembrano uscite da un videogioco brutto (la battaglia finale tra i droidi e i Gungan). Qualche citazione godibile e qualche azzeccata frecciata politica – le leggi antischiaviste non arrivano su Tatooine, sorta di pianeta del terzo mondo che pare il sud degli States negli anni ’30; Darth Sidious afferma che una volta preso il potere renderà legale l’illegale, proprio come disse Nixon dopo il Watergate – non risollevano un film piatto e noioso. “Film di pupazzi senz’anima”(Morandini). Yoda, tristemente ricostruito in digitale, conserva il suo doppiatore originale, il regista Frank Oz. Il terribile doppiaggio italico rende il già complicato dialetto dei Gungan un pastone incomprensibile. Musiche del sempreverde John Williams. Seguito da L’attacco dei cloni.

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