007 – Roger Moore

Agente 007 – Vivi e lascia morire

(Live and Let Die)
Regia di Guy Hamilton
con Roger Moore (James Bond), Yaphet Kotto (dott. Kananga), Jane Seymour (Solitaire), Clifton James (sceriffo J.W. Pepper), Julius Harris (Tee Hee Johnson), Gloria Hendry (Rosie Carver), Geoffrey Holder (Baron Samedi), David Hedison (Felix Leiter), Lois Maxwell (Moneypenny), Bernard Lee (M).

PAESE: GB 1973
GENERE: Spionaggio
DURATA: 121’

In seguito alle morti misteriosi di tre agenti, James Bond si ritrova sull’isola di Sante Monique a dare la caccia ad un bieco trafficante. Lo aiuta una bella cartomante.

Ottavo della serie tratta dai romanzi di Ian Fleming, il primo – di sette – con Roger Moore nei panni di James Bond. È evidente la volontà di condire la saga con una massiccia dose d’ironia (la gag più celebre è probabilmente quella dell’inseguimento tra le paludi con lo sceriffo redneck), ma a conti fatti il film è una noia: poche idee, personaggi bidimensionali, uno spiacevole retrogusto razzista. Moore non è ancora lasciato libero di fare il Moore, e il suo 007 è uno dei più mosci dell’intera serie. Grande successo per la canzone omonima scritta ed eseguita da Paul McCartney coi suoi Wings. Schiacciata da una sceneggiatura inerte (di Tom Mankiewiz), anche la regia di Hamilton (già regista di Goldfinger e Una cascata di diamanti) diventa irriconoscibile.

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Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro

(The Man with the Golden Gun)
Regia di Guy Hamilton
con Roger Moore (James Bond), Christopher Lee (Francisco Scaramanga), Britt Ekland (Mary Goodnight), Maud Adams (Andrea Anders), Hervé Villechaize (Nick Nack), Bernard Lee (M), Clifton James (sceriffo J.W. Pepper), Desmond Llewelyn (Q), Lois Maxwell (Moneypenny), Soon-Tek Ho (tenente Hip).

PAESE: GB 1974
GENERE: Spionaggio
DURATA: 125’

James Bond indaga ufficiosamente sul killer Francisco Scaramanga, che ha messo a punto una centrale elettrica in grado di trasformare l’energia solare in una potentissima arma…

Il nono Bond (il secondo con Moore nei panni dell’agente, quarto con Hamilton alla regia) guadagna qualche punto rispetto al precedente Vivi e lascia morire: miglior galleria di personaggi, trovate meno infantili, sceneggiatura – di Richard Maibaum e Tom Mankiewicz – lievemente superiore (celebre la battuta di Scaramanga: “mi piace una ragazza in bikini, non può nascondere armi”). A partire dal titolo, è probabilmente il film della saga più colmo di allusioni sessuali. Il personaggio dello sceriffo Pepper torna dal capitolo precedente virando il film verso la farsa. Notevoli le scenografie inclinate nel relitto della Queen Elizabeth, che nasconde un quartier generale del MI6. La cantante scozzese Lulu interpreta il brano The Man with the golden gun, scritto da John Barry (musica) e Don Black (testo). L’incredibile salto carpiato con l’auto da una sponda all’altra del canale fu realizzato per davvero da uno stuntman.

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La spia che mi amava

(The Spie Who Loved Me)
Regia di Lewis Gilbert
con Roger Moore (James Bond), Barbara Bach (maggiore Anya Amasova), Richard Kiel (Squalo), Curd Jurgens (Karl Stromberg), Bernard Lee (M), Lois Maxwell (Moneypenny), Desmond Llewelyn (Q), Milton Reid (Sandor), Olga Bisera (Felicca).

PAESE: GB 1977
GENERE: Spionaggio
DURATA: 125’

Con l’aiuto di una bella agente del KGB James Bond si mette sulle tracce di un miliardario colpevole di aver rubato diversi sottomarini nucleari. Scoprirà l’esistenza di un diabolico piano concepito per eliminare le due superpotenze mondiali…

Decimo film della saga, terzo con Moore nei panni dell’agente con licenza di uccidere. In linea con la svolta ironica voluta dai produttori, solo accennata nei due precedenti, l’attore inglese si diverte a scimiottare se stesso e il film ci guadagna in piacevolezza e divertimento. Immerso in un inedito clima di disgelo, è uno dei primi film in cui USA e URSS collaborano senza che i secondi facciano la figura degli ubriaconi freddi e senza cuore. Grande ritorno dello scenografo Ken Adam, responsabile della stazione sottomarina e della nave cattura sommergibili. Il suo lavoro fu candidato all’Oscar insieme alla colonna sonora di Marvin Hamlisch e alla canzone Nobody does it better cantata da Carly Simon.

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Moonraker – Operazione spazio

(Moonraker)
Regia di Lewis Gilbert
con Roger Moore (James Bod), Lois Chiles (Dr. Holly Goodhead), Michael Lonsdale (Hugo Drax), Richard Kiel (Squalo), Corinne Clery (Corrinne Dufour), Bernard Lee (M), Desmond Llewelyn (Q), Toshiro Suga (Chang), Lois Maxwell (Moneypenny), Brian Keith (capitano dello shuttle).

PAESE: GB 1979
GENERE: Spionaggio
DURATA: 126’

Dopo essere sopravvissuto ad un lancio senza paracadute, Bond si mette sulle tracce di una misteriosa organizzazione che ha rubato uno Space Shuttle e ha un piano terribile che prevede – che novità! – la distruzione del mondo…

Per cavalcare il successo di Star Wars 007 viene catapultato nello spazio, ma nonostante l’inedita ambientazione il film non è un granchè. Non c’è una sola trovata verosimile, e più che dalle parti di Bond siamo ormai da quelle di Stanlio e Ollio. Tutto è sempre sull’orlo del ridicolo (volontario o involontario non fa più alcuna differenza), anche se Moore – alla quarta prova come Bond – ci crede sempre molto e alla fine della fiera (mai termine fu più corretto) lo spettacolo non manca. Scene celebri: l’intro in caduta libera nel vuoto senza paracadute, il test sull’accelerazione spinto all’inverosimile, l’inseguimento veneziano, la scazzottata dietro l’orologio, lo scontro in teleferica, l’ultima parte nello spazio. Il personaggio di Squalo torna dal precedente La spia che mi amava. Una curiosità: la sequenza di tasti sonori usati da Bond per aprire una porta segreta è la stessa usata per comunicare con gli alieni in Incontri ravvicinati del terzo tipo. Tra i mezzi più orripilanti mai visti al cinema si annovera la tremenda Gondola a motore con ruote guidata da Bond in piazza San Marco sotto l’occhio sorpreso di turisti, veneziani, cani e piccioni. Memorabile la battuta finale di Q. Ottimi trucchi, candidati all’Oscar.

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Solo per i tuoi occhi

(For your eyes only)
Regia di John Glen
con Roger Moore (James Bond), Julian Glover (Aris Kristatos), Carole Boquet (Melina Havelock), Chaim Topol (Milos Columbos), Lynn-Holly Johnson (Bibi Dahl), Desmond Llewelyn (Q), Lois Maxwell (Miss Moneypenny), Cassandra Harris (Contessa von Schlaf), Micheal Gothard (Loque), Charles Dance (Claus).

PAESE: GB 1981
GENERE: Spionaggio
DURATA: 127’

Dopo aver eliminato definitivamente l’acerrimo nemico Blofeld, James Bond si mette sulle tracce di un marchingegno rubato che, in mani sbagliate, potrebbe causare una guerra…

Dodicesimo della saga, quinto con Moore che inizia ad apparire un po’ anziano per il ruolo (ne farà comunque altri due). Dopo il mediocre e ridanciano Moonraker, ambientato nello spazio, Bond torna coi piedi per terra e, senza rinunciare alla consueta ironia, rincorre una certa sobrietà perduta nei capitoli precedenti. Senza strafare, il film convince e coinvolge nonostante il ritmo blando che spesso lo fa apparire un po’ lento. Poche idee ma ben sviluppate, e il merito è soprattutto della regia dell’ex montatore Glen. Tra le immancabili castronerie si segnala la scena dell’identigrafo, sistema di identificazione dei criminali che pare pensato da un bambino di cinque anni, e il finale con la sosia di Margaret Thatcher che vorrebbe far ridere ma è puro trash. Primo film senza il personaggio di M perché il suo interprete, Bernard Lee, morì poco prima dell’inizio delle riprese. Il prologo rivela una certa continuità coi Bond precedenti, ovvero: è cambiato l’attore ma il personaggio è rimasto lo stesso. Sheena Easton compare sui titoli mentre canta For Your Eyes Only. Negli annali è rimasto l’inseguimento con la Due Cavalli gialla.

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Octopussy – Operazione Piovra

(Octopussy)
Regia di John Glen
con Roger Moore (James Bond), Maud Adams (Octopussy), Louis Jordan (Kamal Khan), Kabir Bedi (Gobinda), Robert Brown (M), Desmond Llewelyn (Q), Kristina Wayborn (Magda), Lois Maxwell (Miss Moneypenny), Steven Berkoff (Generale Orlov).

PAESE: GB 1983
GENERE: Spionaggio
DURATA: 131’

Mentre indaga su un misterioso principe afgano in esilio, 007 conosce l’avventuriera Octopussy, che vive su un’isola con un esercito di donne…

Tredicesimo della saga, sesto per Moore (sempre più anziano ma anche più autoironico) che accettò solo perché Connery stava girando l’apocrifo Mai dire mai e la produzione non voleva rischiare di perdere al botteghino scommettendo su un attore nuovo. Pieno di allusioni sessuali e battute esilaranti, il film vanta ottime scene d’azione ma è carente nella trama e poco coinvolgente. L’ultima mezz’ora è una noia mortale in cui si sfiorano vette di cinema trash (la parentesi circense), mentre i titoli di testa – sulle note di All Time High cantata da Rita Coolidge – sono tra i più sessualmente espliciti di tutta la serie.

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007 – Bersaglio Mobile

(A View to a Kill)
Regia di John Glen
con Roger Moore (James Bond), Tanya Roberts (Stacey Sutton), Christopher Walken (Max Zorin), Grace Jones (May Day), Patrick Bauchau (Scarpine), Patrick Macnee (Sir Godfrey Tibbett), David Yip (Chuck Lee), Dolph Lundgren (Venz), Desmond Llewelyn (Q), Lois Maxwell (Moneypenny), Robert Brown (M).

PAESE: GB 1985
GENERE: Spionaggio
DURATA: 130’

Stavolta Bond è sulle tracce di un industriale che vuole distruggere la Silicon Valley per assumere il monopolio del mercato dei microchip…

Settimo ed ultimo Bond per Moore, decisamente fuori età per il personaggio (58 anni) ma sempre autoironico e divertito. Non mancano cadute di gusto e scivoloni nel ridicolo involontario, ma la piattezza tematica è riscattata dalle ottime scene d’azione (lo scontro sulla Tour Eiffel, l’incendio, la fuga sull’autogru dei vigili del fuoco, il sottofinale in miniera, il finale sul Golden Gate Bridge) e da un cattivo finalmente decente e credibile. Tra i personaggi si ricordano la sicaria androgina della Jones e il soldato del KGB interpretato da un giovanissimo Dolph Lundgren. Ultimo film con la Maxwell nei panni di Miss Moneypenny (li vestiva dal primo film). La canzone omonima è eseguita dai Duran Duran.

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