La croce di ferro

(Cross of Iron)

Regia di Sam Peckinpah

con James Coburn (caporale Rolf Steiner), Maximilian Schell (capitano Stransky), James Mason (colonnello Brandt), David Warner (capitano Kiesel), Igor Galo (tenente Meyer), Roger Fritz (tenente Triebig), Senta Berger (Eva), Arthur Brauss (Zoll).

PAESE: GB, RTF 1977
GENERE: Guerra
DURATA: 132′

Crimea, 1943. Mentre i suoi superiori si azzuffano per medaglie e riconoscimenti, il caporale degradato Steiner cerca di usare il cervello per portare a casa la pelle propria e dei soldati del suo plotone…

Dal romanzo Das Gedulidge Fleisch (1957) di Willi Henrich, un “delirante ballo in maschera dove il bravo S. Peckinpah mette in campo tutte le risorse del suo talento visionario e allucinato per smitizzare la guerra e il cinema bellico con i suoi stereotipi” (Morandini). Con un protagonista anomalo, contrario alla guerra e al nazismo, racconta l’esercito tedesco in maniera non ideologica e analizza la guerra come conflitto di classe. Una sorta di Uomini contro all’americana con montaggio frenetico, ironici sottofondi musicali e uno stile assai moderno che ispirerà molti film venuti dopo (avete presente le uccisioni al ralenti di Full Metal Jacket?). Talmente pieno di fango, sudore e trincee da sembrare un film sulla prima guerra mondiale, come a dire che cambiano i modi ma sempre di poveracci mandati a morire si tratta. Non manca qualche castroneria (i soldati tedeschi fanno “ok” col pollicione come Fonzie), ma basterebbe l’ultima mezz’ora – struggente il sottofinale, beffardo e geniale il finale – per amarlo incondizionatamente. Un war movie prezioso e troppo spesso dimenticato.

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