Cristo si è fermato a Eboli

Regia di Francesco Rosi

con Gian Maria Volontè (Carlo Levi), Lea Massari (Luisa Levi), Alain Cuny (Barone Rotundo), Irene Papas (Giulia), Paolo Bonacelli (Podestà), Francois Simon (Don Traiella), Francesco Callari (Dottor Gibilisco), Antonio Allocca (Don Cosimino), Giuseppe Persia (l’esattore delle imposte), Vincenzo Vitale (Dottor Milillo), Luigi Infantino (Autista).

PAESE: Italia 1979
GENERE: Drammatico
DURATA: 150′

Nel 1935 lo scrittore antifascista Carlo Levi viene spedito al confino presso Aliano, piccolo, sperduto paese della Basilicata. L’incontro con quella civiltà così particolare lo segnerà profondamente.

Dal romanzo autobiografico di Levi, uscito nel 1945 (quasi dieci anni dopo il confino) e adattato da Rosi con Tonino Guerra e Raffaele La Capria. Un dramma intimista che racconta con garbo e tenerezza l’incontro di un intellettuale di città con una realtà quasi estinta ma incredibilmente affascinante, soltanto sfiorata dal fascismo e da un sacco di altre cose. Film sul sud, ma anche sulle ragioni sociali e antropologiche, prima ancora che politiche, che animavano l’antifascismo. Il tema dell’incontro tra civiltà e la riflessione che ne deriva (ognuno di noi dovrebbe riscoprire la purezza dei tempi che furono) non è nuovo, ma Rosi lo racconta bene grazie a una regia di ampio respiro e all’interpretazione di un Volontè in stato di grazia. Un po’ lungo, forse troppo parlato (la scena dal podestà è davvero eterna), ma sinceramente emozionante e prezioso. Prodotto da Rai 2, fu trasmesso in TV in una versione di quattro ore e mezzo (divisa in due puntate) e poi rieditato per il cinema qualche tempo dopo. Da vedere a scuola.

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