Old Man & the Gun

(Old Man & The Gun)

Regia di David Lowery

con Robert Redford (Forrest Tucker), Casey Affleck (John Hunt), Sissy Spacek (Jewel), Danny Glover (Teddy Green), Tom Waits (Waller), Tika Sumpter (Maureen Hunt), Elizabeth Moss (Dorothy), Ari Elizabeth Johnson (Abilene), Teagan Johnson (Tyler), Isiah Witlock Jr. (Gene Dentler), Keith Carradine (capitano Calder).

PAESE: USA 2018
GENERE: Commedia
DURATA: 93′

Stati Uniti, 1981. L’anziano Forrest Tucker, rapinator cortese ed esperto di evasioni, mette a segno con due coetanei una serie di colpi in banca senza mai estrarre una pistola. Durante una delle ultime fughe incontra la vedova Jewel e sembra cedere alla tentazione di cambiare vita, ma l’interesse di un giovane detective disincantato lo costringerà a cambiare i suoi piani…

Tratto da un articolo omonimo di David Grann apparso sul New Yorker nel 2003, il film racconta le gesta di un personaggio realmente esistito (1920 – 2004), divenuto celebre negli USA per le sue mirabolanti evasioni (pare siano state 18, 12 riuscite e 6 no) e per le sue rapine messe a segno senza mai rinunciare ai consueti modi da gentleman. Nel raccontare la storia di questo anomalo, anziano, sempre sorridente rapinatore Lowery gioca col rapporto vita/cinema e dipinge un azzeccato parallelismo tra due uomini (Tucker e Redford) che, pur in campi diversi (il crimine e il cinema), condividono un genuino gusto per la vita che si proietta nella volontà quasi compulsiva di non smettere, l’uno di rapinare (ed evadere), l’altro di recitare. Ecco perché, oltre ad essere un film su Tucker, è un film sull’intramontabile Redford, divo guascone dal grande fascino e dal sorriso impenitente, raccontato da Lowery quasi esclusivamente con primi piani che ne delineano la bellezza di vecchio; lungo il film, molte sono le citazioni del suo cinema – da L’uomo che sussurrava i cavalli a Il cavaliere elettrico, passando ovviamente per La stangata – e molti i riferimenti al suo passato (le foto di Tucker da giovane non sono altro che le foto del giovane Redford rielaborate).

Nonostante la materia trattata è un film privo di scene madri, lento come il passo del suo protagonista, in cui all’azione vengono preferiti i piccoli momenti, i dialoghi (memorabili), gli sguardi e i silenzi. E col bel personaggio di un detective bianco che, nell’America conservatrice di Reagan, sposa un’afroamericana, si rivela interessante anche sul versante della riflessione politica. Attori straordinari e diretti benissimo, scelta musicale sublime, regia originale senza virtuosismi inutili. Memorabile l’incontro nel bagno. Si ingolfa un po’ nei molti sottofinali, ma rimane un gran bel film, genuino e aggraziato. Redford (classe 1936) ha annunciato che questo Old Man & The Gun sarebbe stato il suo ultimo film; come ha fatto Clint Eastwood dopo Gran Torino (film con cui questo ha molto in comune, a partire dal gesto della pistola con la mano) potrà ancora ripensarci, ma se davvero fosse l’ultimo sarebbe un saluto in grande stile.

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