Aprile

Regia di Nanni Moretti

con Nanni Moretti, Silvia Nono, Silvio Orlando, Pietro Moretti, Agata Apicella Moretti, Renato de Maria, Angelo Barbagallo, Daniele Luchetti, Nicola Piepoli, Corrado Stajano, Pietro Moretti.

PAESE: Italia 1998
GENERE: Grottesco
DURATA: 78’

Resoconto, tra il serio e il faceto, due anni di vita a casa Moretti, dal 28 aprile 1994 (primo governo Berlusconi) al 21 aprile 1996 (primo governo Prodi), passando per la nascita del figlio Pietro e l’incapacità di trovare nuovi spunti per continuare a fare cinema.

Ottavo film di Moretti, il secondo – dopo Caro diario (1993) – in cui rinuncia all’alterego Michele Apicella e interpreta direttamente sé stesso, alle prese con la sua stessa vita e col suo lavoro. Senza risparmiarsi: racconta, confermandoli, i vizi che da sempre gli rimproverano (egocentrismo, vena oratoria, eccessivi intellettualismi), mette in scena le ansie del diventare padre a 43 anni, ammette di aver attraversato periodi di crisi artistica che gli hanno precluso la realizzazione di parecchi film. La quarta parete è rotta in continuazione e nei modi più disparati: nell’azzerare lo stacco tra realtà e cinema, tra il Moretti reale e il Moretti del film; nel parlare direttamente con lo spettatore; nell’inserire un narratore “a posteriori” che dovrebbe essere esterno ma in realtà è interno alla scena. Un linguaggio libero dalle convenzioni che stupisce, diverte, fa riflettere. E ben racconta quanto, per Moretti, il cinema sia sempre più una sorta di terapia che riflettendo sull’IO finisce per riflettere sul NOI (inteso come la società in cui viviamo). Nella scena più nota del film – quella in cui Moretti, davanti alla TV, implora D’Alema di rispondere alle accuse di Berlusconi dicendo “qualcosa di sinistra” – c’è tutta la frustrazione di un elettorato di sinistra che, oltre a dover aver a che fare con un paese senza memoria che continua a fare gli stessi errori fidandosi del proto-fascista di turno, non riesce più a scorgere nella politica i valori che da sempre lo avevano rappresentato: la voglia impellente di agire, il desiderio di rinnovamento, l’umanità (memorabile, e sinceramente commovente, il passo girato sulla spiaggia di Brindisi cui il mare ha appena restituito parecchi cadaveri albanesi). Discutibili quanto impagabili le sfuriate su Heat – La sfida di Michael Mann (“un ladro ammazza trecento persone e poi va tranquillo a bere un caffè col poliziotto che lo insegue”) e Strange Days di Kathryn Bigelow (“una cazzata memorabile”). Gli mancano la poesia e la lucidità di Caro Diario, ma è un film imprescindibile se si vuol comprendere a fondo la poetica di Moretti. La seconda parte, più incentrata sulle gioie e i dolori della paternità, è meno riuscita della prima. La geniale trovata del “musical su un pasticciere trozkista nell’Italia degli anni ’50” era già stata citata in Caro Diario. Magnifiche musiche di Ludovico Einaudi.

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