Colazione da Tiffany

(Breakfast at Tiffany’s)

Regia di Blake Edwards

con Audrey Hepburn (Holly Golightly), George Peppard (Paul Varjak), Patricia Neal (Liz), Bubby Ebsen (“Doc” Golightly), Martin Balsam (O. J. Berman), Mickey Rooney (sig. Yunioshi), Dorothy Whitney (Mag Wildwood), José Louis de Vilallonga (José De Silva), Stanley Adams (Rusty Trawler), Alan Reed (Sally Tomato).

PAESE: USA 1961
GENERE: Commedia romantica
DURATA: 115′

A New York incontro tra la bella e ingenua Holly, che vuole sposare un milionario e intanto fa “l’accompagnatrice” di uomini di mezza età, e lo scrittore Paul Varjak, mantenuto da una donna più vecchia di lui. Ogni mattina lei va a fare colazione davanti alle vetrine di Tiffany’s, sognando una vita migliore.

Ottavo film di Edwards, scritto da George Axelrod e tratto dal romanzo omonimo (1958) di Truman Capote che non approvò né le scelte di cast (voleva Mariliyn Monroe nei panni di Holly) né le modifiche apportate per adattare la storia alle regole dell’entertainment USA (come l’inserimento di un lieto fine). Nonostante questo, è una commedia frizzante che garantì alla Hepburn lo status di icona pop e che colpisce ancora oggi per lo spirito cinico e dissacrante, soprattutto verso l’alta società newyorkese regolata da sesso e soldi. Inaugurò l’ultima fase del cinema americano classico, di cui rimane – sia a livello stilistico che di scrittura – uno dei manifesti più rappresentativi. Sotto la scorza della commedia non mancano riflessioni profonde sulla solitudine esistenziale e l’incomunicabilità di questi tempi nostri, che Edwards racconta con lucido disincanto ma senza mai rinunciare alla pietas che da sempre contraddistingue il suo cinema (si veda lo sguardo che pone su Doc, il marito anziano di Holly). Bellissime le atmosfere metropolitane, valorizzate dalla fotografia ovattata di Franz F. Planer e dallo strepitoso accompagnamento musicale di Henry Mancini in cui spicca la splendida Moon River (scritta con Johnny Mercer e premiata con l’Oscar). Anche se la vera forza del film è lei, la piccola e dolce Audrey, semplicemente perfetta, elegantissima sia con gli occhialoni e gli abiti di Givenchy che con indosso soltanto una camicia da uomo. Film datato e noiosetto? Può darsi, ma pur sempre delizioso.

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