La stanza del figlio

Regia di Nanni Moretti

con Nanni Moretti (Giovanni Sermonti), Laura Morante (Paola Sermonti), Jasmine Trinca (Irene Sermonti), Giuseppe Sanfelice (Andrea Sermonti), Sofia Vigliar (Arianna), Silvio Orlando (Oscar), Stefano Accorsi (Tommaso), Renato Scarpa (il preside), Roberto Nobile (il prete).

PAESE: Italia, Francia 2001
GENERE: Drammatico
DURATA: 99′

Ancona, giorni nostri. Pur coi consueti alti e bassi, i Sermonti sono una famiglia unita e tutto sommato felice: padre psicanalista, madre gallerista, due figli (un maschio e una femmina) adolescenti. Quando il secondogenito Andrea muore in un incidente subacqueo, l’equilibrio familiare sembra perso per sempre.

Nono film di Moretti, secondo alcuni uno dei più riusciti, certamente uno dei più maturi. Abbandonati definitivamente i toni della commedia (il film precedente era Aprile), il regista romano punta all’affresco universale affrontando temi come l’elaborazione del lutto, il senso di colpa, l’incomunicabilità che ne deriva, il dolore (che, sembra dirci, ognuno elabora da solo). È probabilmente il suo film più lineare, minimalista, “classico” (manca del tutto la rottura della quarta parete, tipica del suo cinema). La sua forza è la sobrietà con cui affronta un argomento difficile che, spesso e soprattutto nel cinema italiano, non manca di una certa enfasi oratoria, qui totalmente assente. Qualche momento artificioso (la scena della teiera) non rovina questo film onesto e sincero che con lirismo e mirabile asciuttezza riscopre cose dimenticate come la poesia del quotidiano, la straordinarietà dei rapporti umani, il racconto dell’intima routine familiare. Il finale in auto, pur nella sua struggente semplicità, apre il cuore. “Su un tale soggetto era «difficile essere più minimalisti e più densi, più spogli e più commoventi, più sensibili e meno ammiccanti. Si possono mantenere gli occhi asciutti, ma si resta posseduti da quei genitori con i quali continuamente ci si identifica” (Annie Copperman). Interessante anche il cambiamento di location, dalla Roma della buona borghesia di sinistra a una Ancona inedita e molto poetica, fotografata benissimo da Giuseppe Lanci che punta sul “calore” creato dai colori primari, presenti in quasi tutte le inquadrature. Straordinario quartetto di attori. Valanga di premi tra i quali la Palma d’Oro a Cannes (l’ultimo italiano a vincerla fu Olmi con L’albero degli zoccoli nel 1978), tre David di Donatello e due Nastri D’Argento. Cameo per Claudio Santamaria, il commesso del negozio di articoli subacquei. Funzionale colonna sonora di Nicola Piovani e ottima scelta delle canzoni (si passa da Insieme a te non ci sto più di Caterina Caselli, già utilizzata in Bianca, 1984, a By this river di Brian Eno).

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