(The Sunchaser)
Regia di Michael Cimino
con Woody Harrelson (Michael Reynolds), Jon Seda (Brandon “Blue” Monroe), Anne Bancroft (Renata Baumbauer), Alexandra Tydings (Victoria Reynolds), Matt Mulhern (Chip Byrnes), Talisa Soto (donna Navajo), Richard Bauer (Dottor Bradford), Victor Aaron (Webster Skyhorse), Michael O’Neill (agente Moreland).
PAESE: USA 1996
GENERE: Drammatico
DURATA: 122′
Mentre è in riformatorio per l’omicidio del patrigno, sedicenne di origini Navajo malato di cancro scopre di avere un mese di vita. Per raggiungere una montagna sacra in cui è convinto di trovare la salvezza, rapisce un oncologo di successo e lo costringe a fargli da autista attraverso il sud degli States…
Scritto da Charles Leavitt, il settimo e ultimo film di Cimino (1939 – 2016) è un’opera anomala e personale che parte come un western metropolitano, diventa un thriller d’inseguimento e finisce esplorando le radici mitiche e quasi dimenticate di un’intera nazione. Un viaggio iniziatico verso la morte che racconta il contrasto tra due americhe, quella degradata e priva di qualsiasi fervore umano di coloro che millantano una presunta, vera “americanità” (quasi tutti i personaggi incontrati dalla coppia di fuggitivi sono emblemi di uno squallore morale senza precedenti) e quella, semi-estinta ma ancora genuina e magica, dei nativi. Senza santificare o idolatrare nessuno (lo stregone indiano che cerca Blue è fuggito dalla propria abitazione per “problemi con le tasse”), il film si interroga su chi siano i veri americani e su chi, oggi, meriterebbe di abitare quelle terre così autenticamente selvagge e bellissime. Al netto di qualche schematismo (la contrapposizione tra i due protagonisti) e di qualche scelta stilistica discutibile (i patinati flashback in B/N), la regia di Cimino si fa apprezzare per la solidità e per la poetica inclinazione al simbolico, per la capacità – sempre più rara a Hollywood – di arrivare all’epica con niente (la scena della corsa coi cavalli e la Cadillac), per il lucido sguardo morale su un’America amorale e difficile da comprendere. Memorabili le interpretazioni dei due attori di testa, semplicemente perfetti. Da segnalare anche il montaggio originale di Joe D’Augustine e la suggestiva fotografia di Douglas Milsome. Cameo del grande Harry Carey Jr. (presente in moltissimi film di John Ford) come cassiere. Il titolo originale significa letteralmente “colui che insegue il sole”. Presentato in concorso a Cannes, è uno di quei film BELLI da vedere e da sentire che lasciano una sensazione di pace una volta terminati.