Paterson

(Paterson)

Regia di Jim Jarmusch

con Adam Driver (Paterson), Golshifteh Farahani (Laura), Barry Shabaka Henley (Doc), William Jackson Harper (Everett), Chasten Harmon (Marie), Rizwan Manji (Donny).

PAESE: USA 2016
GENERE: Drammatico
DURATA: 113’

Paterson è la cittadina del New Jersey che ha dato i natali al poeta William Carlos Williams (1883 – 1963), ma è anche il nome di un autista di autobus che ci vive e lavora e che ama scrivere poesie. La sua compagna Laura vorrebbe che le pubblicasse, ma lui non ne sembra molto convinto. Un evento inaspettato lo porta a ripensare alla sua vocazione…

Presentato in anteprima a Cannes, il dodicesimo film di Jarmusch è un tenero racconto sulla routine quotidiana che cerca di rispondere attraverso il cinema ad un quesito apparentemente semplice: cos’è la poesia? Da dove viene? Cosa la genera? Per il regista la poesia è già in noi, nelle nostre esperienze di vita, in ciò che osserviamo e facciamo nostro. Anche – o forse soprattutto – se il nostro mondo non va oltre una sonnacchiosa cittadina di provincia (in fin dei conti, anche William Carlos Williams era di Paterson). Il poeta è colui che sa trasformare tutto questo in parole. Poco importa se si tratti di Paterson, di una bambina, o di un poeta orientale sconosciuto che sembra mandato dal destino a sistemare le cose. Paterson è così amalgamato con la propria città da chiamarsi uguale ad essa (e l’attore che lo interpreta si chiama driver, ovvero il mestiere che fa il suo personaggio), ma nonostante l’evidente provincialismo del luogo non si tratta di un’appartenenza soffocante: la variopinta umanità che lo circonda, addolorata ma viva, è l’elemento pulsante (fondante?) della sua stessa arte. Film delicato come lo sguardo del suo protagonista, lento ma bello da guardare, sonnacchioso ma caldo, intimo, mai noioso, nel quale Jarmusch continua a perseguire la propria idea di cinema in cui tutto è ridotto al minimo (dialoghi, personaggi, azione) per cercare l’essenza nei dettagli, nei silenzi, negli sguardi. Se riesce nell’intento è anche grazie a uno straordinario Adam Driver, degno erede di Bill Murray (o meglio, del Murray di Jarmusch) perché come lui riesce a dare ai personaggi mille sfaccettature senza mai rinunciare a uno stile recitativo che agisce per sottrazione. Le bellissime poesie di Paterson sono in realtà di Ron Padgett. Fotografia di Frederick Elmes, musiche di Squrl (un duo composto dallo stesso Jarmusch e da Carter Logan). Da vedere.

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