Si alza il vento

(Kaze tachinu)

Regia di Hayao Miyazaki

PAESE: Giappone 2013
GENERE: Animazione
DURATA: 126’

Giappone, 1918. A causa di una crescente miopia, il giovane di provincia Jiro deve abbandonare il sogno di diventare pilota d’aerei. Spronato da un progettista italiano che gli appare in sogno e sostenuto dall’amore della dolce Nahoko, non si perde d’animo e nel giro di vent’anni diventa il più importante ingegnere aeronautico giapponese. Idealista e sognatore, fatica ad accettare che all’alba del secondo conflitto mondiale le sue creazioni diventino macchine di morte…

Undicesimo ed ultimo (?) lungometraggio di Miyazaki, tratto da un suo manga omonimo a sua volta ispirato al romanzo biografico di Tatsuo Hori su Jiro Horikoshi (1903 – 1982), ingegnere aeronautico giapponese noto per aver progettato, tra gli altri, il celeberrimo caccia Mitsubishi A6M “Zero”. È il suo film più realistico, il più immerso nella storia (anche più di Porco Rosso), il più politico nel raccontare l’ambivalenza dell’uomo che sa essere allo stesso tempo “costruttore di bellezza” (la progettazione degli aeroplani racchiude i suoi più onorevoli sogni e le sue migliori virtù) e “dispensatore di morte” (l’uso che sceglie di fare dei velivoli). Basterebbe la scena dell’innamoramento tra Jiro e Nahoko – muta e tutta costruita sul volo di un aeroplanino di carta – per dirne la soave delicatezza, la grazia, per descriverne la magia. Ma tutto il film è sublime, leggero e sinuoso come uno degli aerei di Jiro, capace di raccontare senza retorica uno dei temi più amati dal regista giapponese, quello della fascinazione per il volo. Personaggi belli e realistici, sguardo lucido e colmo di pietas, animazione e disegni semplicemente straordinari. Che sia o meno l’ultimo film di Miyazaki, non è sbagliato considerarlo il suo film-testamento. L’ingegner Caproni che appare nei sogni di Jiro è realmente esistito (1886 – 1957), e fu uno dei pionieri dell’aviazione italiana; i modelli di aerei che si vedono nel film sono tutte ricostruzioni fedeli degli originali. Il titolo è tratto da un verso di Le cimetiere marin di Paul Valéry: “s’alza il vento…bisogna tentare di vivere”. Imperdibile.

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