Blinded by the Light – Travolto dalla musica

(Blinded by the Light)

Regia di Gurinder Chadha

con Viveik Kalra (Javed Khan), Kulvinder Ghir (Malik Khan), Meera Ganatra (Noor Khan), Nell Williams (Eliza), Hayley Atwell (signorina Clay), Dean-Charles Chapman (Matt), Aaron Phagura (Roops), David Hayman (Mr. Evans), Rob Brydon (padre di Matt), Jonno Davies (Michael), Sally Phillips (signora Anderson).

PAESE: Gran Bretagna 2019
GENERE: Commedia musicale
DURATA: 106′

Inghilterra, anni ottanta. Per lo studente di origini pakistane Javed, aspirante scrittore, sognare di fuggire dalla piccola cittadina di Luton significa sognare di fuggire dal razzismo imperante, dal disagio giovanile, da un padre opprimente, da un destino già segnato. L’incontro con la musica di Bruce Springsteen lo sprona ad agire.

Ispirata alle memorie Greetings from Bury Park di Sarfraz Manzoor, giornalista del Guardian, è una deliziosa commedia di formazione con intermezzi da musical in cui la Chadha (britannica di origini indiane, affermatasi con il celebre Sognando Beckham) racconta per l’ennesima volta la storia di un giovane immigrato costretto a ribellarsi alla famiglia (e alle sue tradizioni) per inseguire i propri sogni. Nulla di nuovo, certo, e alla fine la morale è che bisogna salvare capra e cavoli se si vuole essere davvero felici (perseguire i sogni ma ricongiungersi col babbo cocciuto), ma il film funziona grazie all’ottima sceneggiatura (che non disdegna molte frecciate all’abbrutimento sociale dell’Inghilterra della Tatcher), ai giovani interpreti e, ovviamente, alla musica di Springsteen, raccontata non soltanto come “bella musica” ma anche e soprattutto come un qualcosa di umanamente universale. Non importa che tu sia un bianco nato nel New Jersey o un pakistano che vive a Luton, Inghilterra: se sei uno sfigato che insegue i suoi sogni nonostante tutto, allora Bruce parla anche di te. In un mondo di disco music e lustrini patinati c’era ancora chi cantava il rock’n roll, ovvero la ribellione. “Bruce è il filo diretto con le cose vere di questa merda di mondo”, dice Roops introducendo Javed all’opera del boss, e nonostante la rozzezza espressiva il concetto è tutto lì. In colonna sonora, in coda ad una vagonata di immortali canzoni springsteeniane anni settanta e ottanta, spunta anche l’inedita I’ll Stand By You Always, scritta per Harry Potter e la pietra filosofale ma esclusa all’ultimo momento dal film perché alla Rowling non sembrava adatta. Memorabile la sequenza in cui, al mercato, Javed e il padre di Matt improvvisano la straordinaria Thunder Road.

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